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Editoriali

Alluvioni e Dissesto Idrogeologico: Comuni impotenti. NO al Patto di Stabilità Europeo!

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Il "patto" che costringe i sindaci a "lasciare morire" un intero Paese ed il suo Popolo.

aballuvioneQuanto accaduto in questi ultimi giorni in alcune regioni italiane è solo l’ultima conferma dell’ormai quotidiana drammaticità di situazioni fino a pochi anni fa qualificate come straordinarie.

Dati alla mano si concepisce come in Italia stia aumentando la frequenza di fenomeni estremi violenti come trombe d’aria, nubifragi ed alluvioni che sempre più spesso fanno registrare danni ingenti e vittime perché aggravati da decisioni scellerate di trasformazione del territorio e degli ecosistemi (fiumi intubati, aree urbane completamente impermeabilizzate, edifici realizzati in aree a rischio idrogeologico, inadeguatezza della rete di convogliamento delle acque piovane ecc.). Il problema, a nostro parere, è che dobbiamo e dovremo “adattarci” a questa nuova realtà.

Nel nostro Paese, purtroppo, i cambiamenti climatici sono un dato di fatto e dovremo fare il possibile per ridurre l’impatto delle attività antropiche sul clima per non peggiorare ulteriormente la situazione. Basti pensare che, dati alla mano, dal 1910 (alluvione sulla Costiera Amalfitana) al 2000 (alluvioni su Marche, Piemonte, Val d’Aosta, Liguria e Lombardia) gli eventi funesti (gravi danni e vittime) si verificavano, mediamente, ogni 6,2 anni. Dal 2000 al 2014 (alluvioni di Emilia, Toscana, Veneto e Lazio comprese) la media è drasticamente crollata ad 1 anno.

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Ciò che probabilmente non si riesce a far comprendere alla nostra classe politica è che, purtroppo, ad essere in gioco non è solo la salute del nostro territorio ma la vita dei cittadini. Senza prevenzione ed azioni mirate difficilmente si potrà capovolgere questa maledetta tendenza.
“Capovolgimento” che, ahinoi, diviene sempre più arduo da mettere in pratica a causa di un discutibile provvedimento dell’Unione Europea: il cosiddetto Patto di Stabilità. Esso non è altro che una misura contabile che interessa i bilanci del Paese che ha come finalità quella di ridurre l’indebitamento pubblico. A questa riduzione sono stati chiamati a contribuire anche gli Enti Locali. Il Patto nasce nel 2007 da una normativa europea che i vari paesi membri hanno recepito al loro interno; nel nostro caso gli enti locali sono stati chiamati a contribuire pesantemente con rigidi e via via sempre più forti vincoli alla loro capacità di spesa ed investimenti sul proprio territorio
.

In pratica ai Comuni viene imposto un vincolo rappresentato da un importo, cosiddetto saldo obiettivo di patto, che è la risultanza di una somma algebrica tra entrate e uscite di parte corrente - calcolate come competenza e quindi non nel momento in cui si verifica il flusso di pagamento ma nel momento in cui nasce il costo o l’entrata – e le entrate e le uscite di conto capitale, ovvero quelle che servono per gli investimenti – calcolate in questo caso per flusso di cassa. Tra le entrate di conto capitale non si calcolano gli importi che entrano nel bilancio per effetto dell’indebitamento annuo. Mettendo a confronto questi due macro saldi si ottiene il saldo obiettivo reale che deve rispettare i vincoli imposti dal Governo.

In parole povere, rispettare il Patto di Stabilità si traduce nel fatto che è possibile pagare spese di investimento (opere pubbliche) solo in base alle entrate effettive dell’anno in corso. I soldi che un Comune ha già in cassa, i mutui e i residui riferiti a contabilità antecedenti non vengono fatti spendere perché, per le regole contabili europee, avanzi di amministrazione e fondi di cassa non concorrono al bilancio (e al debito) finché le somme non vengono effettivamente erogate! E sono tanti i Comuni che dispongono di risorse considerevoli, inutilizzabili proprio a causa del Patto. Con questi soldi si potrebbero avviare (e terminare) moltissime opere di pubblica utilità che andrebbero a migliorare significativamente la vita quotidiana delle persone.

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A volte basta poco per cambiare il corso degli eventi. La situazione può e deve sbloccarsi urgentemente…anche a costo di ribellarsi tutti insieme (alla politica cieca e asservita alla finanza europea e tedesca in primo luogo), senza distinzione di colore politico, “rompere le catene europee” e sforare i vincoli di Stabilità pur di garantire ai cittadini SERVIZI degni di questo nome.

Angelo Ruggieri

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