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Editoriali

Alluvione Genova: i cittadini raccontano.....(REPORTAGE)

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L'alluvione di Genova vissuta e raccontata da alcuni nostri lettori: testimonianze e fotoreportage.

IMG 0491Sono stati giorni difficili per la Liguria, che esattamente a tre anni dall'ultima alluvione ne ha dovuta fronteggiare un'altra. Cercheremo di raccontarvi tutto con le testimonianze dirette e le drammatiche immagini raccolte in questo editoriale.

Naturalmente, come spesso accade nel nostro Paese dopo un evento di enorme gravità, inevitabilmente comincia quello che in gergo tutti noi definiamo " scaricabarile ", con il rimpallo delle responsabilità e nessuno pronto ad assumersi delle colpe.

Lo dimostra per l'ennesima volta il dibattito televisivo nazionale, in cui si sono potute ascolatre le tesi e le scusanti più disparate, intrise di una pochezza morale e intellettuale al limite dell'indecenza, offerte a un popolo martoriato, che è già costretto a sopportare i morsi di una crisi economica e sociale senza predecenti.  

Oggi però non siamo quì per fare polemica, anche se dal canto nostro riteniamo che la "storia" dell'inadeguatezza dei modelli matematici circolata attraverso i media "non vada bevuta". Sia quelli commerciali, come i vari modelli fisico-matematici emessi dal LAMMA, che quelli ad alta risoluzione, avevano tracciato anzitempo la via di una possibile configurazione pericolosa.

Proveremo quindi, attraverso le testimonianze dirette di alcuni nostri lettori, a ricostruire non solo l'ordine dei fatti, ma anche le sensazioni e le emozioni in tempo reale, provate e vissute sulla propria pelle nei momenti di "panico" e di "terrore", quando davanti ai loro occhi e prigionieri dell'impotenza hanno visto materializzarsi l'incubo di case, negozi e strade mandati in pezzi, completamente distrutti dalla violenza dell'esondazione dell'incontenibile Torrente Bisagno.

Un ringraziamento di cuore va a Marco Click Ferrando e a Sabrina de Polo, che hanno vissuto quei paurosi momenti sulla propria pelle e Marco Click hanno documentato con i loro scatti fotografici la reale gravità della situazione.

Di seguito potete leggere la bellissima intervista, fatta di immagini e parole, in egual modo molto toccanti.

Possiamo dunque cominciare con alcune domande, Marco....

Tu hai vissuto l'alluvione delle Cinque Terre in prima persona e quella che qualche giorno fa ha portato numerosi disagi su Genova e parte della Liguria... Potresti dirmi se hai trovato delle similitudini con quell'evento ? 

" L'evento alluvionale del 2011 che ha interessato le Cinque Terre e Val di Vara con estensione anche nella limitrofa Toscana, aveva caratteristiche decisamente complesse sia dal punto di vista geologico tecnico che per quanto riguarda le modalità di coinvolgimento della popolazione, caratteristiche oltremodo non paragonabili agli eventi calamitosi che hanno colpito la città di Genova " .

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... 
Avendo già realizzato un reportage fotografico durante l'alluvione di Genova nel 2011 immaginavo quale tipo di reazione avessi potuto trovare da parte della popolazione coinvolta visto e considerato il reiterarsi dell'evento dopo soli tre anni".

IMG 3753Abbiamo accennato precedentemente al tuo lavoro di fotografo... Perchè a differenza di tre anni fa hai deciso di dare questa tua testimonianza attraverso i tuoi scatti?

" Diversamente dalla Cinque Terre dove per scelta, non avevo voluto testimoniare le primissime fasi dell'emergenza ma piuttosto le fasi di ripresa, nel caso di Genova invece, ho voluto rendere con le immagini l'atmosfera opprimente derivata dalla presa di coscienza che l'evento tanto odiato si sia potuto ripetere".

Naturalmente sappiamo che anche tu sei rimasto colpito da questa vicenda. Potresti descriverci come hai vissuto quei momenti? E quali sono stati gli attimi che ti sono rimasti maggiormente impressi nella memoria? 

" Le prime ore della mattina del 10 Ottobre sono state per me, come sicuramente per molti, cariche d'emozione. La pioggia ininterrotta come i lampi e i fulmini, l'acqua e il fango, le forze d'emergenza in campo ancora esigue e sparpagliate al di sopra di un'area troppo vasta, strade completamente bloccate da automobili accatastate, gente che timidamente con gli occhi persi metteva il naso fuori dal portone di casa cercando un passaggio libero, per camminare tra cumuli enormi di fango e detriti.... scene che non dimenticherò facilmente".

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Qual'è in questo caso lo scopo del tuo lavoro? Alla luce di questi fatti, quale messaggio vorresti lanciare?

" Lo scopo del mio lavoro, vorrebbe chiaramente essere prima di tutto quello di permettere la massima condivisione del disastro che ha nuovamente colpito la città di Genova, al fine di sensibilizzare il più possibile l'opinione pubblica verso problemi che interessano bene o male la quasi totalità del territorio italiano.

Ci terrei a sottolineare soprattutto come il senso d'appartenenza ad una comunità sia fondamentale al fine di superare l'emergenza delle grandi avversità con la fiducia che ne deriva sia nei confronti dell'opera di volontariato che istituzionale.

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Ringraziando di cuore Marco Click Ferrando (che il 18 Ottobre con una mostra a Busto Arsizio esporrà le foto dell'alluvione del 2011 delle Cinque Terre) per la testimonianza che gentilmente ci ha rilasciato, passiamo ora a Sabrina de Polo, che proprio come Marco ha qualcosa da raccontarci. Una storia che per alcuni versi fa venire i brividi.

Sabrina, cerchiamo di riassumere quello che è accaduto nella notte tra il 9 e il 10 di Ottobre e quali sono state le vostre prime impressioni...

" Nella notte tra giovedì 9 e venerdì 10 ottobre a Genova tutti ci aspettavamo la notizia dell’esondazione del Bisagno. Da tre giorni pioveva abbondantemente e incessantemente  e soprattutto nella giornata di giovedì le precipitazioni sono state intense e il cielo era fitto di nubi scure cariche di pioggia.

Ricordo che con molte persone incontrate quel giorno ci dicevamo che sarebbe successa un’altra alluvione come quella di tre anni prima, se non avesse smesso di piovere. Il Bisagno era ingrossato e il timore di un’esondazione era palpabile tra i negozianti e gli abitanti della zona. Malgrado l’evidente situazione meteorologica,  l’ARPAL  aveva  diramato bollettini in cui dava notizia che la situazione, ancora critica, stesse per migliorare ".
 
IMG 0432So, che in Liguria avete un sistema di allerta costituito da vari livelli, che vanno da semplici avvisi fino ad arrivare ad un'allerta massima di grado due. Potresti spiegarci esattamente cosa è accaduto e in cosa "l'allerta" è stata differente rispetto a quella del 2011?"
 

" Malgrado l’evidente situazione meteorologica, l’ARPAL ha  diramato bollettini in cui dava notizia che la situazione, ancora critica, stesse per migliorare.

(Confronto con il 2011)

Nel 2011, il Comune aveva diramato lo stato di Allerta 2 (massimo).  All’epoca, però,  la cittadinanza non era informata su cosa dovesse fare in stato di Allerta 2. Infatti  i bambini e ragazzi  andarono tutti a scuola, le persone a lavorare, le auto circolavano nelle strade adiacenti al Bisagno.
Dopo l’alluvione, con le vittime che ci sono state e gli ingentissimi danni a negozi, attività, abitazioni e mezzi, l’amministrazione pubblica ha provveduto ad informare la cittadinanza sul comportamento da tenere in caso di Allerta 1  e 2. Quindi - in teoria - questa volta i Genovesi erano preparati ad affrontare il pericolo di esondazione.

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Giovedì 9 ottobre 2014, invece, con pioggia incessante da tre giorni e Bisagno pieno, l’ARPAL e il Comune non hanno dato l’Allerta, neppure Allerta 1, ma solo un comunicato di Avviso. (l’Avviso è lo stato di attenzione inferiore all’Allerta 1. L’Allerta 2 è lo stato di massima allerta). 
Sulle reti locali la situazione veniva monitorata dai giornalisti sparsi sul territorio (un plauso va a Primocanale che offre un preziosissimo servizio di monitoraggio e informazione indispensabile per la salvaguardia dei cittadini).

Il momento che ha sancito l'inizio vero e proprio del "disastro" è stato quello dell'esondazione del Bisagno. Sappiamo che si sono registrati danni per circa 300 milioni di Euro, ma ci puoi descrivere tu meglio cosa hai visto e percepito in quei momenti?

"  L’esondazione del Bisagno è avvenuta alle 23.30 circa. Ne abbiamo avuto notizia in tempo reale dalla TV. Il mio stato d’animo in quel momento era di sgomento e rabbia. Non potevo credere di stare assistendo ad una “replica” dell’Alluvione di appena tre anni prima.

 E’ parso evidente a tutti che se qualcosa era stato fatto dai nostri amministratori comunali, sindaco in testa,  non era stato sufficiente ed anzi  le conseguenze di questa nuova alluvione si palesavano già più pesanti di quelle del 2011, fortunatamente non come numero di vittime (ma ci chiediamo tutti cosa sarebbe successo se il Bisagno fosse esondato di giorno e senza nessuna Allerta in corso).

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 Le conseguenze sulle attività commerciali sono pensantissime in quanto già messe in ginocchio dalla crisi e dai debiti accesi per riparare i danni del 2011. Ho sentito in questi giorni molti esercenti affermare che non riapriranno più.

Io credo che i Fiorentini, cittadini  di una città d’arte legata anch’essa ad un fiume ben più grande del Bisagno, possano capire lo sconforto e l’amarezza che si prova nel vedere le proprie strade e palazzi devastati dalla furia dell’acqua.

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 Sconforto e amarezza si moltiplicano e si trasformano in desolazione e rabbia quando le stesse conseguenze si verificano a soli tre anni di distanza".

Per quale motivo hai deciso di scattare numerose fotografie dell'accaduto? Cosa hai voluto rappresentare attraverso i tuoi scatti?

 " La mattina del 10 ottobre sono uscita con la macchina fotografica e sono andata a fotografare per  mostrare che le  ferite si erano riaperte. Che la medicina non era servita a niente (Gabrielli in una conferenza stampa  ha detto che per curare Genova non ci vuole l’aspirina, ma l’antibiotico); che la prevenzione non è stata fatta nella maniera giusta e che in definitiva i nostri  amministratori avevano fallito in pieno.

Ho visto i volti sgomenti dei commercianti, lo smarrimento dei Genovesi ancora una volta con il fango fino alle caviglie o alle ginocchia;  la rassegnazione di chi aveva perso la moto o l’automobile, come se si aspettassero che sarebbe successo di nuovo. Il primo giorno però, il venerdì 10, non ho voluto fotografare i miei concittadini. Ho fotografato soprattutto la città, le cose, le vetrine distrutte.

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Notevole è poi stato l'apporto fornito dagli "Angeli del Fango"....

IMG 0427" Non c’è voluto molto per vedere centinaia di ragazzi alle stazioni o alle  fermate degli autobus, armati di pale e scope per andare a spalare fango nelle zone colpite.
Il sabato mattina per le strade alluvionate si vedevano centinaia di persone: donne, uomini, ma soprattutto ragazzi anche giovanissimi, che spalavano, pulivano, si davano da fare con generosità  e abnegazione.
Loro sì un vero esercito...!"

In conclusione, che messaggio vorresti lanciare a chi di dovere?

" Io ho pubblicato su Facebook una delle tante situazione che rendono il Bisagno una minaccia: si tratta di fotografie che nel giro di poche ore sono state condivise da  più di 3000 persone e che riguardano locali costruiti davanti alle arcate del ponte sotto cui passa il Bisagno.

La situazione era già nota e da molto tempo: lo scandalo dei negozi del Comune costruiti davanti alle arcate del ponte del Bisagno era già uscita ai tempi dell’alluvione del 1970, ma ci chiediamo tutti come mai nel frattempo nessuna Amministrazione Comunale ha fatto nulla.

Come mai l’attuale Giunta ha permesso che in questi locali del Comune i suoi stessi dipendenti svolgessero il loro lavoro? Come mai questi locali hanno l’agibilità?

Ci sarebbero molte recriminazioni da fare contro gli Amministratori di Genova e noi cittadini aspetteremo che le autorità facciano luce sulla responsabilità di ognuno di loro.

Nel frattempo i Genovesi  continueranno a vivere con la spada di Damocle sulla testa e il cuore che batte forte ad ogni temporale.

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( Ogni fotografia che vedete all'interno dell'editoriale contiene il copyright degli artisti )

Ringraziamo ancora una volta di cuore Marco Ferrando e Sabrina de Paolo per l'intervista che ci hanno concesso e le stupende fotografie forniteci.

Emanuele Valeri

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