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Si mette in moto la FABBRICA del GELO siberiana, sfondato il muro dei -40°C in Jacuzia
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- Pubblicato 04 Novembre 2014
- Scritto da Daniele Ingemi
Ormai è ufficiale. La fabbrica del grande gelo siberiano si è già messa in moto in Jacuzia, dove nei giorni scorsi i termometri hanno sfondato il fatidico muro dei primi -40°C, con picchi scesi fin sotto i -42°C -44°C in alcune località, nel profondo nord della Repubblica di Jacuzia.
Dopo le recenti ondate di freddo, che dal mar Glaciale Artico si sono riversate nel cuore della Siberia centro-orientale, per merito del decentramento, sopra le coste artiche della Siberia centrale, del “lobo siberiano” del vortice polare troposferico, il manto nevoso sulle terre dell’Eurasia ha raggiunto una notevole estensione. Ormai l’intera sezione della Siberia orientale e della Siberia centrale sono già coperte da uno spesso strato di neve fresca che rimarrà incollato al terreno per tutta la prossima stagione invernale, fino alla primavera del 2014.
Dando uno sguardo alle mappe aggiornate del “U.S. National Ice Center”, diretto dalla NOAA, si nota come ormai l’intera fascia siberiana, lì dove si estendono i più grandi boschi di conifere della Terra, è totalmente ricoperta da una spessa coltre di neve farinosa che sta producendo un consistente effetto “Albedo”.
L’effetto “Albedo”, originato dall’innevamento delle lande siberiane, contribuirà ad accentuare notevolmente il processo di raffreddamento “pellicolare”, ossia quel notevole raffreddamento dello strato d’aria in prossimità del suolo innevato che nei prossimi due mesi coinvolgerà da vicino gran parte del territorio siberiano, dagli Urali fino alle coste dell’estremo oriente siberiano, dove nei bassi strati comincerà a prendere forma il famoso anticiclone termico “russo-siberiano” (l’Orso per i meteoappassionati).
I terreni innevati si estendono fino al nord degli Urali, alla costa artica della Russia europea e sulla Lapponia, con accumuli che variano dai 5-6 cm fino agli oltre 20-25 cm, localmente anche più di 30 cm, sull’altopiano della Siberia centrale, dove nei giorni scorsi si sono verificate nevicate anche persistenti.
Ma i primi accumuli di neve fresca hanno già ammantato di bianco pure i monti della Mongolia settentrionale, fin sui sottostanti fondovalle, il Kazakistan nord-orientale, l’area attorno il lago Bajkal e la Manciuria settentrionale, dove i termometri durante la notte iniziano a scendere abbondantemente sotto la soglia dei +0°C. Il massiccio innevamento, sommandosi alle forti inversioni termiche notturne indotte dall’allungamento delle ore di buio, sta contribuendo ad attivare la grande “fabbrica del gelo” sui desolati territori della Repubblica della Jacuzia.
In alcune aree della Jacuzia, già ben innevata grazie al robusto vortice polare troposferico che ha continuato a spingere nuovi nuclei di aria piuttosto fredda dal mar Glaciale Artico, i termometri ormai puntano sotto il muro dei -38°C -39°C, avvicinandosi alla fatidica soglia dei -40°C -42°C. Una minima di ben -43.2°C nei giorni scorsi è stata misurata a Deputatskij, mentre nel celebre villaggio di Ojmjakon la minima del 31 Ottobre 2014 è stata di ben -42.3°C. Si tratta di uno dei valori più bassi finora registrati. Queste temperature, sotto il muro dei -40°C, sono state favorite dai cieli sereni e dalla ventilazione pressochè assente, ingredienti che nei giorni scorsi hanno agevolato lo sviluppo di un massiccio strato d’inversione termica che ha fatto sprofondare i termometri su valori siderali.
Ma il freddo tenderà ulteriormente ad intensificarsi anche nei prossimi giorni, merito dell’insistenza di un vasto ciclone extratropicale colmo di aria gelida di estrazione artica, a ridosso della costa della Siberia centrale, che riuscirà a spingere un blocco di aria molto fredda verso la Siberia centro-orientale, ove si isolerà nei prossimi giorni un grande serbatoio di aria piuttosto fredda che spianerà la strada al grande raffreddamento tardo autunnale (“raffreddamento pellicolare”) che formerà il futuro anticiclone termico sulle vaste lande euro-asiatiche. Tale processo sarà anche favorito da una notevole estensione dei territori innevati di fresco, fino all’estremo nord della Manciuria e al nord della Mongolia, sottoposti all’effetto “Albedo”.
Daniele Ingemi
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