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Forti venti nord-orientali SPAZZANO il mar Nero, raffiche fino a 88 km/h fra la Crimea e coste ucraine
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- Pubblicato 27 Ottobre 2014
- Scritto da Daniele Ingemi
Come ampiamente previsto l’ormai ex depressione adriatica, spostandosi in direzione del mar Egeo, ha prodotto forti venti, da NE e E-NE, che nel corso del weekend hanno sferzato il settore centro-occidentale del mar Nero, incluse le coste della Crimea, dell’Ucraina meridionale e della Romania, con raffiche fino a 70 km/h, localmente anche 80 km/h.
Difatti, nel corso della giornata di sabato 25 Ottobre, la ciclogenesi adriatica spingendosi sul settore settentrionale del mar Egeo, fino a ridosso delle coste della Turchia occidentale, ha cominciato ad interagire con il robusto promontorio anticiclonico di blocco dinamico, da giorni attestato con i propri massimi al suolo di ben 1039-1040 hpa fra l’Ucraina e il settore più occidentale della Russia europea.
Questa figura anticiclonica, piuttosto strutturata, specialmente nei bassi strati, presentava un asse principale che dalla Bielorussia e dall’est dell’Ucraina si protende fino alla Novaja Zemlja, con il tipico assetto meridiano disteso al traverso della Carelia.
Il contrasto barico con la circolazione depressionaria, in fase di spostamento e successivo colmamento fra il mar Egeo e la Turchia occidentale, ha incentivato un importante inasprimento del “gradiente barico orizzontale” fra Bulgaria, est della Romania, Moldavia e Ucraina, con un sensibile infittimento delle isobare fra il bordo settentrionale dell’ex ciclogenesi adriatica e il lato più meridionale del promontorio anticiclonico russo-ucraino.
Questo rafforzamento del “gradiente barico orizzontale” ha favorito una notevole intensificazione della ventilazione da NE e E-NE che già dalla giornata di sabato 25 Ottobre ha investito buona parte dell’Ucraina, il sud della Moldavia, l’est della Romania e la Bulgaria, convogliando aria fredda, d’origine polare continentale, che dal sud della Russia europea, tramite il mar d’Azov, si sono riversate sul mar Nero e sulle coste di Romania e Bulgaria, raggiungendo persino le coste del Bosforo e il mar di Marmara.
Nel corso del pomeriggio e della serata di sabato 25, a causa di ulteriore compressione del “gradiente barico orizzontale” lungo il margine più meridionale della struttura anticiclonica, presente fra l’Ucraina e l’ovest della Russia, indotta dall’ulteriore spinta verso levante dei resti della circolazione depressionaria ex adriatica, ridotta a un semplice “CUT-OFF” attivo nella media troposfera, il flusso nord-orientale in scorrimento alla base meridionale del promontorio anticiclonico ha subito una intensa accelerata, dando luogo a venti intensi, prevalentemente da NE e E-NE, che hanno sferzato con una certa intensità il mar d’Azov, la Crimea, e il settore centro-occidentale del mar Nero, con raffiche che hanno facilmente lambito la soglia dei 60-70 km/h.
Ma con picchi che localmente, specialmente lungo le coste della Crimea e dell’Ucraina meridionale, hanno toccato gli 80 km/h. La stazione meteorologica di Heniches'K, sulle coste del mar d’Azov, ieri ha archiviato una raffica di ben oltre 86 km/h da Est. Mentre nell’estremo sud dell’Ucraina, lungo le coste affacciate sul mar Nero, una raffica di ben 88.2 km/h da NE è stata segnata a Skadovsk. Difatti, i massimi del “gradiente barico orizzontale”, fra sabato 25 e domenica 26 Ottobre, si sono posizionati proprio al traverso del mar Nero, lì dove i venti da E-NE e NE hanno raggiunto i picchi massimi di velocità, oltrepassando lo status di burrasca per diverse ore.
Soprattutto sul settore centro-occidentale del bacino, nel tratto compreso fra le coste della Crimea e quelle della Romania, particolarmente esposte alle sfuriate dal quadrante nord-orientale che convogliano masse d’aria molto fredde e dense dalla Russia in direzione della regione carpatica. Gli intensi venti nord-orientali che hanno spazzano per bene il mar Nero, dalle coste russe a quelle rumene, bulgare e turche, hanno creato anche un “Fetch” significativo, costruendo ondate di “mare vivo” davvero alte, che sono andare a rompersi sulle coste di Romania e Bulgaria, con notevoli fenomeni di erosione, evidenti soprattutto lungo le coste di Romania e Bulgaria.
Il persistere dei venti di burrasca ha sollevato un moto ondoso davvero degno di nota, con onde di “mare vivo” alte anche più di 2.5 – 3.0 metri che si sono dirette sulle coste di Romania e Bulgaria, dando luogo a mareggiate di debole intensità. Marosi particolarmente significativi impatteranno sui litorali della Romania, almeno fino al pomeriggio di domenica. L’intensa ventilazione nord-orientale si dovrebbe attenuare non prima della mattinata di domani, non appena il “CUT-OFF” a ridosso delle coste turche occidentali non si sarà quasi del tutto diradato, favorendo un allentamento del “gradiente barico orizzontale”, con la conseguente riduzione della ventilazione, che si porterà al di sotto della soglia d’attenzione.
Daniele Ingemi
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