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Didattica generale

Il canto della terra e dell’universo

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800px-WMAPLa terra e altri pianeti hanno un proprio modo per farsi sentire al resto della galassia, quattro satelliti Cluster della Esa hanno captato le onde radio emesse dalla terra, di fatto come ogni pianeta avente un proprio campo magnetico, anche la terra emette forti onde radio che possono essere captate e convertite un suoni udibili al nostro orecchio, nel sistema solare, i pianeti aventi un proprio campo magnetico, sono proprio la Terra, Giove e Saturno. Grazie all'utilizzo di potenti radiotelescopi, in futuro potremo arrivare a localizzare pianeti simili al nostro in altre regioni della galassia, allo stesso modo in qui su un ipotetico pianeta alieno molto distante dal nostro, riscontrerebbe molte difficoltà a localizzare il nostro pianeta, malgrado le emissioni ad onde radio emesse dal pianeta, sono 10000 volte più intense dei più potenti sistemi radar esistenti al mondo, di fatto astronauti alieni posti in altre regioni della galassia, sarebbero in grado di rilevare la presenza del pianeta terra, ma localizzarlo nel cosmo sarebbe come cercare un ago in un pagliaio. Le emissioni delle onde radio per tutti i pianeti aventi un proprio campo magnetico, prendono origine nell'alta

atmosfera per mezzo dell'interazione con le stesse particelle relegabili al vento solare in grado di provocare le aurore alle alte latitudini e il campo magnetico del pianeta, convertendo le onde in segnali radio, emerge una serie di fischi e fruscii. Se inizialmente si riteneva che il segnale si propagasse formando una sorta di cono, come una torcia accesa in sostanza, grazie ai satelliti della ESA si è potuto constatare che il segnale si propaga nelo spazio come uno stretto fascio di onde, pertanto risulta anche essere molto più facile calcolare con maggior precisione da dove proiene il segnale radio.

Il rimbombo del cosmo:

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Anche l'universo stesso emette un "suono" percepibile attraverso le microonde, si tratta di una radiazione di fondo cosmica che rispecchia una sorta di rombombo del Big Bang che da allora si è portato fino ai nostri giorni, un segnale alle microonde avente una lunghezza d'onda compresa tra i 0,4 mm e il metro, diffuso e piuttosto uniforme che ci giunge da ogni direzione dell'universo. Subito dopo il Big Bang l'universo era caldissino e tutta la materia e l'energia si concentravano in una porzione molto piccola, in quei tempi la radiazione cosmica di fondo aveva senz'altro frequenze molto maggiori a quelle attuali con l'espansione del cosmo, l'universo si è raffreddato in quanto la materia stessa e l'energia si concentrano in uno spazio molto maggiore rispetto ai primi istanti dopo la nascita dello spazio-tempo, oggi la radiazione di fondo cosmica è appunto percepibile attraverso le microonde, in futuro, l'ulteriore espansione e raffreddamento del cosmo, porterà a maggiori lunghezze d'onda della radiazione di fondo cosmica e dunque a frequenze gradualmente più basse. Ma la radiazione cosmica di fondo, in futuro potrebbe anche provare l'esistenza di altri universi oltre al nostro, osservando il cosmo attraverso le microonde, oggi si sono individuati 4 possibili punti di contatto con altri universo, ma in futuro grazie a nuovi satelliti, si pensa che si potrà individuare altri ipotetici punti dove il nostro cosmo in passato è entrato in contatto con altri universi, lasciando una sorta di impronta indelebile fino ai nostri giorni proprio attraverso la radiazione cosmica di fondo, come una sorta di anello.

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Insomma, dalla radiazione cosmica di fondo, ossia da quell'eco del Big Bang che ci giunge fino ai nostri giorni, in futuro, potremmo individuare l'esistenza di altri universi posti oltre il nostro orizzonte visibile anche dagli ipotetici telescopi più potenti che potrebbero mai esistere, ossia oltre i confini del nostro spazio-tempo.

Universi

Rappresentazione artistica del multiverso, infiniti universi che secondo la meccanica quantistica, prenderebbero origine da un infinito ed eterno "oceano" di fluttuazioni quantiche, quelle che in sostanza definirebbero il "nulla" per la fisica quantistica.

Flavio Scolari

 

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