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I venti reali parte terza.Venti periodici: i venti locali (o brezze) - Brezze di mare e di terra

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Per la differenza di calore specifico una massa d’acqua si riscalda molto più lentamente di una massa continentale, così anche una massa d’aria sopra una distesa d’acqua si scalda o si raffredda più lentamente della massa d’aria sovrastante la terraferma. Questa variazione ha un ciclo quotidiano e lungo le coste marine o lacustri si traduce in una particolare circolazione.

Di giorno: la terraferma e l’aria sovrastante si scaldano più rapidamente della massa d’acqua ed aria sovrastante ad esse vicine. Sulla terraferma si forma così una zona di bassa pressione. L’aria calda è meno densa e più leggera; sull’acqua (mare/lago) l’aria più fredda, densa e pesante, è il fattore contermine di una zona di alta pressione.

Man mano che il gradiente barico aumenta si originano a bassa quota correnti d’aria dall’acqua alla terraferma (brezza di mare o brezza di lago) ed in quota una controcorrente detta controbrezza che dalla terraferma muove verso la superficie d’acqua.

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Di notte: il suolo disperde e perde calore per irraggiamento più rapidamente dell’acqua. La temperatura di suolo e aria sovrastante scende molto di più rispetto a quella dell’acqua e della sua porzione di massa d’aria. Così, sulla terraferma, si crea una zona di alta pressione mentre sull’acqua si origina bassa pressione. All’aumentare del gradiente barico si formano correnti d’aria a bassa quota dalla terraferma verso la superficie acquatica (brezza di terra) ed una controcorrente in quota.

Queste brezze sono piuttosto regolari: su una località costiera la brezza marina comincia verso le nove del mattino, raggiunge il massimo alle ore 13.00/14.00, si attenua e scompare verso le 20.00.

Dopo un periodo di calma di circa un paio d’ore inizia a spirare la brezza di terra che raggiunge il massimo dei valori termodinamici intorno alle 04.00/06.00, si attenua e scompare verso le 08.00 seguita da una pausa di un ora. (n.b. gli orari di massima sono riferiti all’inizio della stagione estiva alle nostre latitudini).

Sebbene queste brezze risentano di molti fattori (dalla conformazione geografica delle coste alla presenza di correnti marine), quelle di terra sono, generalmente, più uniformi di quelle marine che risentono anche della latitudine. La brezza di terra, di solito, raggiunge i 10-12 km/h e i 300 metri di quota – anche se questa misura dipende dal clima e dai caratteri geografici locali – e si estende fino a 10-12 km dalla costa.

La brezza marina, invece, varia molto da zona a zona: nelle nostre regioni raggiunge i 25 km/h di velocità e ai tropici supera anche i 50 km/h; da noi raggiunge i 700 m circa di quota mentre ai tropici arriva fino a circa 1500 m. Sempre in riferimento al territorio italiano, raggiunge i 40 km/h all’interno della costa o anche di più se c’è un valle o una gola (effetto venturi) mentre ai tropici raggiunge addirittura velocità prossime ai 100 km/h all’interno. Per questo le brezze costituiscono un fattore d’influenza meteorologica più rilevante ai tropici che da  noi: possono mitigare il clima locale decrementando la temperatura anche di 15-20 °C nel giro di mezz’ora oppure aumentare considerevolmente il tasso di umidità relativa presente nell’aria comportando reazioni che stimolano il prodursi di attività meteorologiche ed il manifestarsi di aspetti climatici di considerevole importanza.

Roberto Viccione

 

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