Didattica fenomeni & parametri atmosferici
I venti reali parte quarta - I venti costanti: gli alisei ed i venti catabatici
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- Categoria: Didattica fenomeni & parametri atmosferici
- Pubblicato 13 Aprile 2011
- Scritto da Roberto Viccione
Sono venti che provengono sempre dalla stessa direzione, spirano con continuità e, spesso, hanno anche un’intensità costante. Ciò presuppone un gradiente barico che non si colma mai: una condizione atmosferica caratteristica che si verifica solo a particolari latitudini come all’Equatore ed ai Poli.
All’Equatore: il forte riscaldamento delle superfici continentali provoca la continua risalita di grandi masse d’aria calda; qui si ha costantemente una pressione atmosferica più bassa che alimenta una corrente d’aria meno calda e continua che, a bassa quota, si muove dai Tropici verso l’Equatore.
I venti di questa corrente sono gli alisei (dal francese antico alis = regolare), che spirano durante tutto l’arco dell’anno. Non sono venti forti: nell’Atlantico settentrionale hanno un’intensità compresa tra il 2° ed il 7° grado della scala Beaufort originando onde alte non più di 5 metri. Ben noti ai marinai, gli alisei erano chiamati trade winds (venti del commercio) perché consentivano e sostenevano la regolare navigazione a vela.
A circa 5° dall’Equatore, tuttavia, gli alisei cessano: è la zona di massima risalita dell’aria calda, l’equatore termico, il luogo in cui si raggiungono le temperature massime, più elevate che all’Equatore geografico. Qui si trova il valore più basso della depressione equatoriale, il “bad run” (cattiva corsa) che blocca, tra l’altro, la navigazione a vela.
La direzione degli alisei sarebbe nord-sud, lungo il gradiente barico. Tuttavia, a causa dell’effetto di Coriolis deviano progressivamente e, in prossimità dell’equatore termico, assumono la direzione est-ovest.
In questa immagine il percorso degli alisei (in giallo), quello dei venti polari e catabatici (in rosa) e delle controcorrenti alle medie latitudini (frecce giallo-verdi):
Ai Poli, in particolare sull’Antartide, si formano venti costanti che spirano verso latitudini più basse fino oltre il 66° parallelo. Sono i venti catabatici (dal greco katabàino = discendere) che nei mari antartici sono noti come “roaring forties” (“quaranta ruggenti”, perché soffiano fino a 40° S), “howling fifties” (“cinquanta urlanti”, fino a 50° S) e “screeching sixties” (“sessanta stridenti”, fino a 60° S), violenti e gelati, temuti dai marinai.
Sui Poli persiste una zona di alta pressione circondata da una fascia di basse pressioni che si allunga fino ad una latitudine compresa tra i 60° ed i 70°: i venti polari raggiungono queste latitudini dopo aver spazzato i ghiacci a velocità fino ai 300 km/h e vengono deviati dall’effetto Coriolis verso destra nell’emisfero nord e verso sinistra nell’emisfero sud.
Roberto Viccione
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