Didattica ed effetti delle Teleconnessioni o Indici Climatici
The winner is.. SUPER-ATLANTICO! Improbabile un crudo inverno nel medio termine. La MJO? Più speranza che soluzione
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- Pubblicato 20 Gennaio 2013
- Scritto da Luciano Serangeli
Un giorno diremo: in quell'inverno del 2013 intervenne la MJO in fase 7 e fù gelo storico!
Ma non è esattamente così che vanno le cose. Gli stessi scopritori di quel fenomeno atmosferico denominato Madden-Jualian Oscillation sono assai chiari al riguardo.
Un brano della pubblicazione Observations of the 40-50 day tropical oscillation del 1994 di R.A. Madden e P.R. Julian così recita:
- Associata alla propagazione di anomalie convettive, la MJO comporta variazioni nella circolazione globale. La MJO influenza l'intensità e i periodi di pausa dei monsoni asiatici e australiani e interagisce con El Niño. Gli intervalli umidi nel monsone australiano si verificano a circa 40 giorni l'uno dall'altro. Esistono correlazioni piuttosto deboli con i modelli e le caratteristiche delle precipitazioni e della corrente a getto delle medie latitudini.
Insomma la MJO, anche da me citata in predenti articoli, è l'extrema ratio ( ultima soluzione ) a cui ci affidiamo come in un rito simil pagano tutti noi che in questo periodo confidiamo in una soluzione quasi ultraterrena.
Ma vediamo in maniera assai semplificata e con buona pace dei puristi della materia, in quale zona della Terra si sviluppa la fase 7 della MJO e in che modo e in quale zona dell'emisfero settentrionale dovrebbe intervenire a intensificare le anomalie convettive, le quali andrebbero poi con una complessa sequenza atmosferica ad alimentare la base dell'anticiclone di blocco atlantico, ovvero l'Anticiclone delle Azzorre, figura essenziale di ostacolo alle miti correnti zonali atlantiche, al fine di deviarle alle latitudini artiche per poi farle ridiscendere gelide sul comparto europeo.
Zona di sviluppo della fase 7della MJO.
Dove interviene la fase 7 della MJO a intensificare le anomalie convettive.
Ponendo anche il caso che tutta la dinamica evolutiva della MJO in fase 7, andasse "effettivamente" in porto, comportando quindi un sostanziale aumento della tenuta dell'anticiclone di blocco atlantico, come è pensabile che tale figura atmosferica possa essere in grado di resistere al feroce attacco di un Getto Polare di titanica potenza e motore del Flusso Zonale Atlantico, che anche nell'odierno run 6z dell'americano GFS mostra figure cicloniche dallo spaventoso valore barico al livello del mare dell'ordine di 930 hPa, con geopotenziali inferiori ai 490 DAM in media Troposfera?
E' sinceramente impensabile e statisticamente impossibile che, finchè il Flusso Zonale Atlantico manterrà tale inconsueta potenza, qualsiasi anticiclone possa ergersi a figura di blocco in Atlantico, portando con se, insieme al suo cedimento, le residue speranze di un'evoluzione gelida di quelle "STORICHE" dell'attuale stagione invernale 2012-2013.
Per ora tutto procederà con l'alternanza di brevi fasi atlantiche miti seguite da brevi fasi orientali più fredde, nell'assoluta norma stagionale e quindi senza "picchi da archivio storico" per quanto riguarda le termiche negative sul nostro Paese.
Non rimane che restare alla finestra in attesa di qualche confortante novità. E intanto febbraio è a un tiro di schioppo..
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