Didattica circolazione atmosferica
Una perturbazione TEMPORALESCA deve valicare le Alpi. Che cosa SUCCEDE?
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- Categoria: Didattica circolazione atmosferica
- Pubblicato 26 Maggio 2015
- Scritto da Luca Angelini
Sarebbe tutto molto semplice se di mezzo non ci fossero sono nientemeno che le Alpi. Non è certo difficile intuire quante difficoltà incontrino le perturbazioni che, in arrivo da nord, devono affrontare l’impegnativo superamento della catena alpina. Questo è tanto più vero quanto minore è lo spessore dell’aria fredda che spinge la nostra perturbazione, in questo caso un fronte d'aria fredda.
Le masse d’aria di natura polare-marittima affluiscono verso sud scorrendo sopra territori orograficamente tormentati (Scandinavia, Baltico) con continua alternanza di mare terraferma, costrette dunque a misurarsi con diversi sobbalzi termici che le rimescolano verticalmente. A costo di un lieve riscaldamento la nostra massa d’aria ha però acquistato ora un notevole spessore verticale, che può a volte andare oltre i 3.000 metri di quota.
In questo modo possono agevolmente superare la catena alpina, un pò come fa un’alta onda del mare quando si avvicina ad una scogliera più bassa. L’onda si infrange, ma dalla parte riparata ricadono cascate di schiuma.
E allora immaginiamo il nostro fronte freddo che, una volta impattate le Alpi da nord, le "abbraccia" ondulando vistosamente: è il primo passo che porterà ad un sensibile peggioramento del tempo anche sul versante padano.
L’aria fredda irromperà inizialmente dalla porta della Bora, poichè da quel lato le montagne sono meno elevate, lo stramazzo dal lato piemontese e lombardo invece tarderà di qualche ora soltanto.
Nel semestre estivo la sequenza dei fenomeni, solitamente temporaleschi e accompagnati da grandinate e eventuali fenomeni vorticosi, è la seguente (lo possiamo vedere anche dalle figure che seguono:
1 - Il fronte freddo si approssima all'arco alpino.
2 - La massa nuvolosa frontale abbraccia i versante esteri della chiostra alpina ondulando in maniera estremamente vistosa.
3 - L’aria fredda penetra dalla porta della Boraprima e da quella ligure dopo, cosicche il fronte tende a "spezzarsi".
4 - Dietro il fronte spezzato si forma una linea di groppo post-frontale che scende dalle Alpi precipitando in maniera assai veloce verso sud, in direzione della Val Padana.
Questa situazione porta dunque una sequenza di forti temporali a partire dal Triveneto, quindi da est, in particolare le Venezie, con successivo coinvolgimento della pianura lombarda, del basso Piemonte e dell'Emilia Romagna. Intanto i primi rovesci si approssimano alla Liguria per l'ingresso del Libeccio freddo.
E' la fase in cui il fronte si sta spezzando; a linea post frontale è quindi già pronta, (anche se a dire la verità non sempre è presente), e sfonda poi da nord investendo anche la Valle d’Aosta, il Piemonte e ancora anche la Lombardia.
Al suo seguito si avrà un brusco e consistente abbassamento delle temperature, per l'ingresso ovunque del vento da nord e la possibilità di nevicate sulle Alpi a quote magari anche modeste per la stagione.
Solo il seguito della massa d’aria, solitamente più asciutto, potrà dar luogo a un miglioramento ma non prima delle successive 24 ore. Torneranno cieli tersi, tempo molto fresco e ventoso ma con ancora la possibilità di rovesci pomeridiani a macchia di leopardo per la presenza solitamente di ulteriori rimasugli di aria fredda in quota.
Luca Angelini
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