Didattica circolazione atmosferica
Estate da INCUBO? Ecco tutti gli INGREDIENTI necessari
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- Categoria: Didattica circolazione atmosferica
- Pubblicato 19 Maggio 2015
- Scritto da Luca Angelini
Avanti signori, siamo sinceri: chi di noi non ha ancora letto o sentito che la prossima sarà un'Estate calda da record? Si certo, proprio allo stesso modo come avrebbe dovuto esserlo lo scorso inverno, così come avrebbe dovuto esserlo la scorsa estate e via dicendo...Ora, per non impaludarsi entro le sabbie mobili delle cosiddette meteo-bufale, divenute ormai pane quotidiano, non ci rimane che uscire dall’indotto e tornare a ragionare con la nostra testa.
Non servono conoscenze tecniche particolarmente "sconvolgenti" per comprendere le cause che, se operanti in sinergia, possono causare una stagione estiva più calda rispetto al normale. Andiamo dunque ad analizzarle insieme, comprendendo anche che non ci sarà difficile tenerle a mente.
Per prima cosa (e sembrerà decisamente banale) ma in estate fa caldo perchè c’è il sole. Sole alto nel cielo, sole che insiste per molte ore e che scalda in maniera marcata il terreno quindi la massa d’aria immediatamente situata al sopra di esso. Ma per avere il sole dobbiamo contare sulla presenza di un anticiclone. Non un anticiclone qualunque, bensì lui, il temuto e famigerato anticiclone nord-africano.
Arriviamo così al secondo punto: l’anticiclone nord-africano è una vera e propria arma a doppio taglio. Oltre alla compressione della massa d’aria al suo interno, (caratteristica questa di tutti gli anticicloni), il “ciclope dei deserti” viene alimentato dalle roventi masse d’aria che sovrastano il Sahara e che in estate raggiungono agevolmente punte termiche fino i 45°C, talvolta anche di 50°C (vedi immagine a destra).
Ma tra noi e l’Africa c’è il mare. Ecco quindi che la massa d’aria africana, in origine molto calda, ma fondametalmente secca, inizia ad assorbire l'umidità dal mare per evaporazione. Maggiore è la temperatura dell’aria e maggiore quindi sarà l’evaporazione. Inoltre, se pensiamo che più una massa d’aria è calda, e maggior quantità di vapore può contenere (vedi tabella sottostante), è molto semplicee immaginare che questa situazione porterà caldo intenso di tipo afoso, talvolta anche insopportabile per il corpo umano.
Bene (si fa per dire), ma possiamo sapere con qualche tempo di anticipo, qualche giorno anche qualche settimana, se il “cammello africano” arriverà fino da noi? Un indizio ci può derivare dall’analisi delle anomalie termiche delle acque sul golfo di Guinea. Se queste acque sono più fresche della mediua, di genera una corrente che dal mare (sud) soffia verso il Sahel (nord). Una sorta di enorme brezza marina che va sotto il nome di Monsone dell’Africa nord-occidentale. E chiaro che il Monsone spingerà verso nord la linea ove confluiscono gli Alisei dei due emisferi, posta di norma attorno all’Equatore (definita linea ITCZ) e, di conseguenza, anche la banda anticiclonica sub-tropicale che dunque andrà ad invadere il Mediterraneo e l’Italia (vedi figura di apertura).
Una volta insediato l’anticiclone africano rimane l’ultimo tassello per avere un’estate insopportabile: l'assenza di precipitazioni, magari già nella stagione primaverile. Questo perchè se il terreno è secco, il riscaldamento solare cede tutta l'anergia all'aria e quindi il calore, mentre in caso di terreno umido o bagnato parte di questo calore verrebbe utilizzato per il processo di evaporazione e manterrebbe di fatto le temperature nel complesso meno elevate.
Per concludere, osservate quindi quanti fattori concorrono a creare un’estate più calda del normale: intenso soleggiamento, alta pressione africana, monsone, evaporazione del mare, terreno secco già dalla primavera. Alla luce degli indici disponibili, riteniamo pertanto che non sussistano al momento elementi sufficienti per un’estate da incubo, ma quasi certamente per un'estate leggermente più calda rispetto alla media.
Un ultimo spunto; nel caso attuale (estate 2015), non date credito a chi paventa un’estate con caldo record per via di El Nino. Gli “addetti ai lavori” sanno infatti benissimo che le eventuali conseguenze di questo fenomeno, qualora si verificasse con elevata magnitudo (al momento non è ancora sufficiente), si faranno sentire sul comparto euro-atlantico non prima dei 3-4 mesi successivi.
Luca Angelini
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