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Analisi Tropo-Stratosferica

Inverno 2014: dalle mappe tropo-stratosferiche segnali di natura opposta. L'ANALISI

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INVERNO 2014: "Forse che si forse che no". I segnali convergenti latitano.

anomaly ozone 12012014Appare ancora arduo il compito degli analisti al riguardo di una chiara tendenza per il futuro della stagione, che volge al giro di boa meteorologico del 15 di gennaio.

Dopo questa data infatti, si sarà cosumato il mezzo cammino dell'inverno che, lo ricordiamo, per il calendario meteorologico coincide coi mesi di dicembre, gennaio e febbraio.

Ma senza dilungarci troppo, vediamo insieme i monitoraggi analitici di alcuni fattori co-determinanti al fine dello sviluppo di una linea di tendenza obiettiva, sull'aspetto futuro che potrebbe avere la stagione invernale in corso.

Partiamo dalle anomalie di geopotenziale normalizzate tra i 65 e i 90 gradi nord dell'Emisfero Settentrionale.

In parole povere una semplificazione di quanto mostrato dall'indice teleconnitivo NAM (North Annular Mode), che monitora le anomalie di geopotenziale dell'atmosfera sopra il Circolo Polare Artico, dal suolo sino alla media Stratosfera. (Clicca qui e leggi l'articolo contenente la didattica)

hgtaocdas 14012014Nella normalizzata delle anomalie di geopotenziale ai livelli tropo-stratosferici appare un nuovo inizio di raffreddamento troposferico. Clicca per allargare l'immagine.Anche per i meno avvezzi all'argomento, basterà osservare la parte bassa del bordo destro della figura accanto - clicca per allargare l'immagine -, per notare come sia già terminata la fase di intenso riscaldamento in Troposfera sopra il Polo, che ha favorito tra metà dicembre e metà gennaio le ripetute discese di aria gelida artica in territorio nordamericano.

In tal caso ci si avvierebbe verso un nuovo inizio di raffreddamento, che se confermato anche nei giorni a seguire, sarebbe il segnale di un nuovo compattamento del Vortice Polare Troposferico, nonchè della rinuncia ad ipotesi di possibili irruzioni fredde di stampo meridiano o retrogado sul comparto europeo.

Ma come in tutte le analisi prudenti e che tali si vogliano definire, prendiamo atto della situazione attuale, senza trasformarla in una previsione certa a lungo termine, avendo invece cura di monitorarne il prosieguo.

Proseguiamo con altri tipi di possibile monitoraggio della stagione invernale in corso e prendiamo ora in esame le mappe a medio e lungo termine del Blocking Index o Indice di Blocco. (Clicca qui e leggi l'articolo contenente la didattica)

forecast 2 nh.gif 4 9ggQuesta teleconnessione monitora in media Troposfera le anomalie di geopotenziale, dalle quali ha origine la comparsa di blocchi alla normale circolazione zonale ovest-est e l'instaurarsi di moti atmosferici meridiani nord-sud o retrogradi est-ovest.

Vediamo - clicca la figura a destra - come nelle proiezioni a 5-9 giorni, prenda forma in maniera più decisa la figura di blocco atlantico, che costringerebbe di fatto il getto polare in uscuta dal Nordamerica, a percorrere traiettorie più settentrionali per poi ridiscendere sul comparto europeo dal versante opposto dell'anticiclone di blocco, arricchito da aria di origine artico-marittima.

Si noti come in area mediterranea o nelle sue vicinanze sussitano anomalie negative di geopotenziale, sintomo di attrazione verso le nostre latitudini di vortici depressionari.

Il flusso rimane comunque occidentale. Niente a che vedere quindi con moti retrogradi da est a componente artico-continentale, in retrogressione dalla Russia-Siberia.

Non mi stancherò mai di ripetere che sia le carte a medio, che quelle a lungo termine, sono passibili di sostanziali cambiamenti da un'emissione all'altra. Quindi tenetelo bene a mente ogni volta che vi accingete a leggere qualsiasi tipo di analisi meteorologica e non solo la presente.

Rimanendo alle stesse mappe, vediamo ora cosa prospetta il lungo termine a 10-14 giorni.

forecast 2 nh.gif 10 14ggUna imponente scaldata - clicca la figura a destra - è visibile alle latitudini polari, mentre in area atlantica l'anticiclone di blocco appare persistere, ma meno strutturato e molto inclinato obliquamente verso nord-est.

Aria a componente artico-marittima, maggiormente continentalizzata a causa del transito in area scandinava e nord-europea, sembra poter raggiungere anche in questo caso latitudini mediterranee, apportando un ulteriore abbassamento delle temperature e la comparsa a quota sempre più bassa di fenomeni nevosi, nonchè gelate nelle zone interessate da cielo sereno a regime anticiclonico.

Non sembrerebbe invece possibile l'arrivo sui territori occidentali europei di aria prettamente artico-continentale di origine siberiana, a causa della persistenza di un blocco anticiclonico alla sua progressione retrograda verso ovest, ben visibile nella stessa carta ad ovest dei Monti Urali.

Il cosiddetto "freddo pellicolare", un temibile tipo di freddo, foriero di episodi di gelo estremo, se ci si dovesse attenere a queste proiezioni come se fossero l'equivalente di una previsione certa, resterebbe relegato sui territori di pertinenza geografica, ovvero il nord-est del continente asiatico.

Ma come detto poc'anzi, mai prendere per oro colato il medio e il lungo termine meteorologico.

In ultimo e per non annoiavi con altre evidenze atmosferiche che potrebbero essere nell'ordine delle decine, vediamo cosa sta accadendo in tempo reale sul nostro pianeta a livello atmosferico, di consistenza e natura tale da poter facilitare l'insorgenza di nuove scaldate future alla quota immediatamente superiore alla Troposfera, ovvero in Stratosfera e che andrebbero a destabilizzare ulteriormente il VPS (Vortice Polare Stratosferico), disturbando in parte o invertendo la circolazione zonale dei venti al suo interno.

Analizziamo le anomalie della concetrazione di ozono in Stratosfera derivanti dal trasporto ad opera della BDC, ovvero Brewer Dobson Circulation.

Molto stringatamente e in maniera semplificata, la BDC opera il trasporto di ozono in Stratosfera dai Tropici verso il Polo. La concentrazione elevata di ozono in Stratosfera aumenta la probabilità di stratwarming (riscaldamento della Stratosfera), grazie alla caratteristica tipica delle particelle di ozono di incamerare calore, riducendo altresì il gradiente termico tra Polo e Tropici e indebolendo o invertendo i normali venti occidentali polari (polar westerlies).

Ma veniamo all'osservazione di alcune mappe di recente emissione.

Nell'immagine sottostante possiamo osservare come si notino chiaramente due zone di maggior concentrazione dell'ozono, corrispondenti al nord-est asiatico e all'Atlantico Settentrionale.

total ozone 12012014

Analizzando poi la mappa delle anomalie, risulta ancora più evidente come esse siano particolarmente concentrate in area nord-atlantica.

anomaly ozone 12012014

Difficile stabilire se tale situazione è il prodromo della futura forte struttura di un anticiclone di blocco ben strutturato, in grado di costringere fredde correnti artiche a dirigersi verso le nostre regioni.

Sarebbe scorretto affermarlo con certezza.

Anche in questo caso non resta che monitorare con continuità, se si vuole essere in grado al momento opportuno, di annunciare veri segnali continuativi e consistenti, di una svolta stagionale verso più marcati profili di stampo invernale.

Luciano Serangeli mpi end

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