Analisi Meteorologica
Il GRAUPEL imbianca Roma, ANALISI tecnica dell'evento
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- Pubblicato 02 Febbraio 2015
- Scritto da Rinaldo Cilli
La giornata di ieri, da un punto di vista meteorologico, ha mostrato quasi tutti gli ingredienti che l'Inverno può regalarci; temporali, aria fredda, forti venti e nevicate fino a bassa quota, soprattutto lungo l'Appennino. Più in basso non è mancata neppure la grandine, così come anche i classici rovesci di graupel o neve tonda spinti dalle forti precipitazioni.
Ma che cosa è successo, più nel dettaglio? Un vortice di bassa pressione formatosi ieri tra la Toscana e il Lazio ha richiamato parte dell'aria fredda in discesa sull'Europa centrale. Aria fredda che ha fatto il proprio ingresso dalla Valle del Rodano, in maniera forzata, perdendo quindi parte delle proprie naturali caratteristiche.
Non che la massa d'aria si sia mitigata completamente, ma al contrasto con le ancor miti acque del Mediterraneo ha perso alcune delle proprio caratteristiche; alla quota di 850 hPa infatti son giunte termiche per lo più comprese tra -2/-3°C, con la -4°C che ha sfiorato la sola Sardegna (qui infatti è nevicato anche in maniera moderata fino a 350-400 metri).
Lo zero termico, per gran parte della giornata di ieri, si è attestato attorno ai 700-900 metri, ragion per cui la quota neve si è mantenuta in generale compresa tra 400-600 metri. Trattandosi tuttavia di masse d'aria di tipo polare-marittimo, quindi umide, l'aria più fredda si è mantenuta concentrata a quote atmosferiche decisamente più alte, oltre i 4000-5000 metri, ove erano presenti termiche fino a -35/-36°C.
Quest'aria fredda, per essere spinta verso le quote più basse, necessita di rovesci precipitativi di una certa consistenza, possibili solo in presenza di temporali. E ieri infatti sul Lazio è stata una giornata estremamente instabile, caratterizzata quindi dalla presenza di numerose celle temporalesche che a macchia di leopardo hanno investito la Regione, fino a sera.
Le temperature al suolo oscillavano tra i +6/+8°C, addirittura spingendosi fin verso i +10/+11°C in presenza delle ampie schiarite pomeridiane. L'ingresso del nocciolo gelido in quota ha scatenato lo sviluppo di una marcata convergenza in grado di sviluppare numerosi temporali che dal Tirreno si sono poi spinti verso le zone costiere e pianeggianti, portando forti rovesci di pioggia, grandinate e neve tonda, graupel.
I forti rovesci sono stati in grado di far crollare le temperature anche di 5-6°C durante le manifestazioni temporalesche, cosicché i valori termici al suolo si sono spinti fin verso i +3/+4°C. Valori non particolarmente indicati per la neve fino in pianura, ove son necessarie temperature ancora più basse, prossime allo zero.
Il rovesciamento delle gelide masse d'aria dalle alte quote ha favorito una "modifica" delle caratteristiche della colonna d'aria, tant'è che nelle zone prossime la pianura è stata la grandine ha dominare lo scenario. Grandine e neve tonda, graupel, che ha imbiancato ogni cosa nel giro di pochissimi minuti. Il graupel è una sorta di grandine "più leggera" che, cadendo dalle alte quote verso il basso, incontra temperature di poco superiori allo zero, non in grado quindi di trasformare le precipitazioni in neve.
I chicchi di grandine, risultando pesanti, scendono molto rapidamente verso le quote più basse e trovando valori termici di qualche grado superiori allo zero, mantengono le proprie caratteristiche o al più tendono leggermente a modificarle.
Alla neve vera e propria si sostituisce quindi la classica "neve tonda", più pesante e simile, appunto alla grandine. Questo perchè il calo termico da 850 hPa si è progato fino alle quote inferiori, ma non è stato in grado di spingersi ancor più in basso per via del rapido allontanamento verso levante del nucleo gelido in quota. La colonna d'aria ha quindi modificato solo in parte le proprie caratteristiche, non permettendo quindi alla neve di spingersi verso il piano. Ma davvero, ci è mancato pochissimo...
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