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Pericolosa intensificazione del ciclone tropicale "Nilofar" sul mar Arabico, attese forti mareggiate sulle coste dell'Oman

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Pericolosa intensificazione del ciclone tropicale "Nilofar".

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Come abbiamo già avuto modo di scrivere pochi giorni, sovente in questo periodo dell’anno, durante la fase di transizione monsonica, lungo l’oceano Indiano tropicale e il mare Arabico, si possono sviluppare dei cicloni tropicali che si approfondiscono a seguito della rotazione innescata dalla convergenza di fasce di venti opposti nei bassi strati.

Difatti, nell’oceano Indiano meridionale, quando le correnti da NO (in genere premonitrici dell’avvento del Monsone invernale di NE), dalla fascia equatoriale scivolano verso sud, nell’emisfero australe, incontrandosi con l’Aliseo di SE, molto spesso possono dare vita ad un ciclone tropicale che diventa autonomo e punta verso l’arcipelago delle Mauritius e le coste orientali del Madagascar.

La frequenza di queste tempeste è massima da Novembre a Marzo, con un picco fra Gennaio e il mese di Febbraio. Stavolta la circolazione depressionaria si è ben innestata sull’emisfero boreale, nel tratto di mare antistante le coste della Somalia, sopra un ampio tratto oceanico, le cui temperature superficiali superano la soglia dei +28°C +29°C, quindi abbastanza calde per dare manforte ad un ciclone in fase di sviluppo.

Proprio in questi giorni, a causa di un processo analogo, sul mar Arabico abbiamo assistito alla nascita del ciclone tropicale “Nilofar”, che proprio in queste ore continua a rafforzarsi passando sopra le calde acque superficiali. Il sistema ciclonico tropicale, muovendosi sopra un vasto tratto di acque molto calde e profonde, in un’area caratterizzata da bassi valori di “Wind Shear” che non daranno fastidio all’attività convettiva piuttosto profonda, a largo delle coste meridionali dell’Oman, si è sensibilmente rafforzata, tanto da passare in poche ore dallo status di semplice tempesta tropicale in un insidioso ciclone tropicale di 1^ categoria della Saffir-Simpson.

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Provvisto di forti venti medi sostenuti che hanno già toccato i 130-140 km/h nell’area attorno l’occhio centrale. Osservando le ultime immagini satellitari si nota la presenza di una profonda convenzione proprio attorno al nucleo centrale della tempesta tropicale, con potenti “Clusters temporaleschi”, con top delle nubi davvero elevati, che in queste ore stanno dispensando piogge torrenziali e forti temporali in mare aperto, nel tratto a largo delle coste omanite.

Nei prossimi giorni “Nilofar” continuerà a spostarsi lentamente in mare aperto, iniziando a salire verso latitudini più settentrionali, seguendo un tipo di traiettoria che molto probabilmente lo spingerà in direzioni delle coste pakistane meridionali, non lontano dall’area di Karachi. Pur rimanendo in mare aperto, a debita distanza dall’isola yemenita di Socotra e delle coste dell’Oman orientale, la tempesta rappresenterà una seria minaccia per la navigazione marittima.

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In particolare per tutte quelle navi che dal Golfo di Aden navigano in direzione del Golfo Persico, passando per lo Stretto di Hornuz. Purtroppo, già nel corso delle prossime ore, “Nilofar”, presentando un evoluzione molto lenta e passando sopra un vasto tratto di acque superficiali molto calde, sul settore più settentrionale del mare Arabico, rischia di subire una pesante intensificazione, trasformandosi in un pericoloso ciclone tropicale di 3^, se non addirittura 4^ categoria Saffir-Simpson, con venti medi sostenuti davvero violenti, capaci di superare i 200-220 km/h, e raffiche di gran lunga superiori nell’area attorno l’occhio centrale.

Ed è proprio in questa sua evoluzione molto lenta che la tempesta sfrutterà tutta le energie disponibili per evolvere in un super-ciclone, prossimo alla 4^ categoria Saffir-Simpson.

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La tempesta, che già presenta una struttura piuttosto ampia, riuscirà a risucchiare un ingente quantitativo di calore latente dalla superficie del mar Arabico che favorirà un considerevole rinforzo dell’attività convettiva attorno i lati del tifone, liberando a sua volta una gran quantità di energia che oltre ad approfondire la già intensa circolazione ciclonica, nei medi e bassi strati, renderà il “gradiente barico orizzontale” ancora più esplosivo, rendendo i venti ciclonici sempre più intensi e tempestosi attorno l’area perturbata, con violentissimi “venti di sbarramento” che hanno raggiunto picchi di oltre i 200-220 km/h nell’area attorno l’occhio centrale.

Si verrà così ad attivare il cosiddetto processo di “autoalimentazione”, caratteristico dei cicloni tropicali, con il costante risucchio di masse d’aria calde e molto umide, marittime, dalla vicina periferia del ciclone, che oltre a far esplodere la convenzione nella parte centrale del sistema, contribuiranno a sviluppare imponenti bande nuvoloso spiraliformi, alimentate dalle enormi quantità di vapore acqueo risucchiato dalle calde acque superficiali del mar Arabico settentrionale.

La forte intensificazione del processo di “autoalimentazione” del potente ciclone tropicale, contraddistinto dallo sviluppo di poderosi moti ascensionali che condensando in imponenti nubi temporalesche le grandi quantità di vapore acqueo risucchiato dalla superficie marina, aumentando in tal modo l’instabilità atmosferica, accompagneranno il drastico tracollo della pressione barometrica nei pressi dell’occhio centrale, trasformandolo in un perfetto e pericolississimo ciclone di 4^ categoria Saffir-Simpson, con venti medi sostenuti violentissimi, che potranno lambire picchi di ben 220 km/h, nel corso della giornata di domani.

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I violentissimi e turbolenti venti ciclonici, spazzando una ristretta area di mare ad est delle coste dell’Oman, solleveranno ondate di “mare vivo” davvero imponenti, alte anche più di 8 metri, ma con “Run-Up” anche superiori a pochi di chilometri dal passaggio dell’occhio centrale di “Nilofar”. Il moto ondoso creato dai violenti venti ciclonici, che ruoteranno a grandissima velocità attorno il profondissimo minimo barico centrale, sarà molto confuso, con la formazione di grandi onde provenienti da più direzioni.

Questo tipo di moto ondoso, piuttosto confuso, è tipico dentro i cicloni tropicali, dato l’andamento molto turbolento dei venti ciclonici e la considerevole forza centrifuga che caratterizza il ciclone, il quale presenta un potentissimo “gradiente barico orizzontale” molto ristretto che rende i venti ancora più furiosi.

Tali condizioni meteo/marine estreme rendono la navigazione marittima proibitiva per le navi di piccola e media stazza, alle quali sovente è consigliato un passaggio lungo la periferia della circolazione ciclonica, evitando di imbattersi nelle tempeste più violente che si concentrato a ridosso dell’occhio centrale.

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Vista la notevole intensificazione del ciclone, che entro domani potrebbe raggiungere lo status di potente ciclone di 4^ categoria Saffir-Simpson, non mancheranno degli effetti diretti anche sulle coste più orientali del sultanato dell’Oman, che già da domani potranno essere flagellate da intense mareggiate da onda lunga, da Est e E-NE, che potrebbero creare non pochi danni, determinando significativi fenomeni di erosione.

Difatti, fra domani e giovedì, con il lento spostamento di “Nilofar” verso nord-nord/est, i fortissimi venti da NE e E-NE, attivi sul bordo nord-occidentale del ciclone, spingeranno un imponente moto ondoso in direzione delle coste dell’Oman orientale, dove si potranno verificare forti mareggiate da onda lunga, da Est e E-NE, che si prolungheranno fino a giovedì notte.

In particolare, ondate davvero imponenti, da domani, dovrebbero cominciare ad abbattersi lungo le coste orientale dell’isola di Masirah, e sulle coste omanite orientali, nel tratto compreso fra il Golfo di Masirah e Capo Al Hadd, dove l’imponente moto ondoso che esce dall’area perturbata, in cui agiscono i vilenti venti ciclonici, intorbiderà le cristalline acque che caratterizzano il paesaggio costiero del Sultanato, rimuovendo buona parte della sabbia presente sui bassi fondali.

Il ciclone entro la notte, fra giovedì e venerdì, spingendosi sopra i 20° di latitudine nord dovrebbe cominciare a perdere forza, grazie anche all’iniezione in quota di masse d’aria maggiormente secche, provenienti dalla bassa penisola Arabica, che indeboliranno la convenzione, favorendo un rapido declassamento del sistema, che entro il pomeriggio di venerdì 31 Ottobre dovrebbe ridursi allo status di semplice tempesta tropicale pronta ad avvicinarsi all’area delle foci dell’Indo, dove molto probabilmente effettuerà il “landfall” nel corso della mattinata di sabato 1 Novembre 2014.

Daniele Ingemi

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