News Uragani, Tifoni e Cicloni
Gli effetti dell'uragano GONZALO sulle Bermuda visti dal satellite LANDSAT-8
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- Pubblicato 27 Ottobre 2014
- Scritto da Rinaldo Cilli
Attraverso dettagliatissime immagini satellitari scattate dall'apparato operativo Terra Imager installato sul satellite meteorologico degli Stati Uniti "Landsat-8", gli scienziati della NASA sono stati in grado di studiare gli effetti che l'uragano Gonzalo ha avuto sopra le Bermuda dopo il suo passaggio (nella giornata del 17 Ottobre).
L'uragano Gonzalo (di cui ultimamente se n'è parlato molto, forse anche in maniera spesso spropositata e inadeguata) si è abbattuto sui Paesi Caraibici allo status di tempesta a categoria 3, accompagnata quindi da venti che hanno diffusamente lambito i 200 km/h. Si è poi spostato verso nord-est e nei giorni successivi ha attraversato tutto il nord Atlantico fino a spingersi in direzione delle Isole Britanniche, momento questo in cui la tempesta aveva però già perso le caratteristiche di uragano per declassare a comune depressione extra-tropicale, comunque abbastanza intensa.
Tra il 17 e il 18 Ottobre Gonzalo ha letteralmente devastato i Caraibi, colpendo in maniera pesantissima soprattutto le Bermuda. Qui si sono registrati danni ingenti e tutt'ora la situazione sta lentamente e faticosamente tornando alla normalità. Nelle immagini allegate a questo articolo possiamo notare la situazione dopo 24 ore dal passaggio dell'uragano Gonzalo confrontata con un'altro scatto relativo però alla giornata del 2 Ottobre.
Da queste immagini (estremamente dettagliate) gli scienziati sono stati in grado di vedere in maniera piuttosto chiara il movimento dei sedimenti nelle baie poco profonde e le lagune vicino alle Bermuda. Lo spostamento di questi enormi sedimenti è stato probabilmente causato dal passaggio di un fortissimo sistema temporalesco, spiegano i ricercatori.
I depositi di questi sedimenti si estendono per ben 25-30 km di distanza dalle Bermuda stesse e principalmente si diffondono verso sud ed est, confermando quindi che che lo spostamento dell'uragano è stato tutto completamente nord-occidentale, con pochissime, impercettibili variazioni di traiettoria. La NASA ha inoltre sottolineato che il "trasferimento" dei depositi di carbonato verso le profondità marine ha un impatto significativo sul ciclo del carbonio nell'oceano, in quanto la maggior parte di essi si presentano solubili.
Gli esperti spiegano che la dissoluzione del carbonato di calcio è un passo piuttosto importante nel ciclo del carbonio. In questo modo viene mantenuto l'equilibrio naturale del mare stesso. Tuttavia, con l'aumento del contenuto di CO2 nelle acque superficiali (a causa soprattutto della crescita di concentrazione in atmosfera) coralli e alghe coralline stanno faticando sempre di più nel produrre quantità sufficienti di carbonato di calco.
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