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Informazione sui terremoti, il "boom" su tutti i siti web: dall'Aquila all'Emilia

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testate5Chiaramente dopo i due importanti terremoti che hanno colpito l’Emilia Romagna, il web e non solo si sono buttati a capofitto su un argomento decisamente duro da affrontare: la sismologia. Le attenzioni ed il risalto, dal 20 maggio,che ogni singolo evento acquisisce che avviene in Italia sono assolutamente fuori dal normale. Dalle più importanti testate giornalistiche fino ai meno conosciuti siti web ormai non si parla d’altro.

Lo stesso effetto fu per l’Aquila, nel 2009, quando inizialmente sembrava che ogni scossa avvenuta in Italia fosse un qualcosa di anomalo e mai avvenuto fino ad allora.

Ma questo perché? Il sisma del 6 Aprile possiamo dire più o meno che è stato quello che ha aperto seriamente le porte del web ai terremoti. Era infatti dal lontano 1997 che non avveniva un disastro così importante di matrice geologica sul nostro Paese.

Quegli anni infatti, notoriamente, non erano presenti i mezzi telematici che da qualche anno a questa parte hanno fatto il “boom”. Parliamo di Facebook, Twitter e tutti gli altri social network a tutti conosciutissimi.

Sono nate, soprattutto dopo il terremoto in Emilia, una serie spropositata di fan page che si sono lanciate in veri e propri aggiornamenti real time sulle scosse che avvengono in Italia. La prima, che esercita un lavoro egregio da diversi anni, è la seguitissima “INFORMAZIONE EVENTI SISMICI E METEO”, dove all’interno attraverso alcune mappe, viene fornito un sistema di aggiornamento quasi in contemporanea con l’Ingv ed ovviamente sono trattati solo ed esclusivamente i parametri ufficiali.

Ci sono d’altronde due sfaccettature di questa situazione telematica che si è creata da 3 anni. Occorre specificare che alcune hanno dei lati decisamente positivi, altre negativi.

La carenza di informazioni sui terremoti in Italia è stata una delle principali cause a danni, crolli e vittime da questi provocati. Purtroppo non conoscere il territorio sismico del nostro Paese ha portato a costruzioni fatte con materiali non adatti e non pronti ad essere sottoposti ad eventi così importanti come quello Aquilano e quello Emiliano ( utilizziamo gli esempi più recenti , ma anche sulla scuola di San Giuliano ci sarebbero pagine e pagine da scrivere ).

Per cui, INFORMARE SULLA PERICOLOSITA’ SISMICA IN ITALIA se si dispone di un mezzo di diffusione importante, potrebbe anche salvare le vite umane. Ci sono alcune zone classificate dall’Ingv ad alto pericolo di terremoti delle quali, prima di questi eventi, molti non erano purtroppo a conoscenza.

L'importante però è che venga fatto con una certa continuità. Questo perchè non si può parlare di sismologia solo quando fa comodo (ossia quando c'è l'interesse di milioni di persone), ma va fatto sempre e non a seconda delle visite che attivano all'interno della propria testata o piccolo blog. Ed il rischio purtroppo che tra un anno i terremoti siano un problema già archiviato.

Ci siamo chiesti come mai in Giappone un terremoto di magnitudo 6.0 diventa lo “zimbello” di turno quando avviene? Perché è grazie ad un’importante conoscenza territoriale che gli edifici costruiti sono a norma antisismica. E non solo, laggiù, quelli con gli occhi a mandorla, conoscono bene pure le zone maggiormente a rischio terremoti di tutto il Mondo. Chissà, magari molti di loro sanno pure che la Calabria è più sismica della Toscana. Per dire.

Tenere informata la popolazione sull’inizio di una sequenza sismica su una determinata zona pericolosa in Italia può benissimo aiutare a prevenire eventuali danni. E noi incitiamo le piccole realtà web a farlo, perché purtroppo di queste cose se ne parla sempre a “danno avvenuto”.

La sequenza che sta interessando il Pollino da giorni e giorni non viene riportata da nessuno, se non dalle testate locali e non ancora maggiormente affermate.

Non stiamo certo dicendo che sulla medesima zona avverrà un sisma devastante, ma siamo sicuri che informare la popolazione su quanto sta avvenendo aiuterebbe a prevenire eventuali situazioni di forte disagio qualora ci fosse un sisma.

Parliamo di messa a norma degli edifici, piani di evacuazione, piano della Protezione Civile subito pronto senza dover aspettare gli interventi dalle altre regioni.

Ricordiamo inoltre che informare sui terremoti non significa “provocare panico ed allarmismo”. L’importante è che venga fatto nella giusta modalità.

Ad esempio “Nuova scossa di terremoto in Emilia Romagna” non è un titolo che crea allarme tra la popolazione. Si tratta semplicemente di un modo chiaro e conciso per riportare semplicemente i fatti.

Un titolo che invece può creare disagio è sicuramente “Altra violentissima scossa in Emilia. Torna la paura tra la popolazione” oppure “Emilia le scosse non finiscono più”. Sono tutti tentativi che fanno le realtà informatiche per cercare di attirare verso il proprio Portale un maggiore quantitativo di utenze.

Infine, per concludere, definire “forte” una scossa di terremoto di magnitudo 4.0 in Italia è lecito. Questo perché deve essere tutto decisamente proporzionato al tipo di danno che un simile sisma può provocare.

Nel nostro Paese con una forza simile, il terremoto può anche provocare dei danni. In Giappone nemmeno lo sentono.

Ci torneremo presto proprio su quest’ultimo argomento.

Brando Trionfera mpi end bis

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