Vulcanologia
Un NUOVO METODO per prevedere le eruzioni? Gli scienziati spiegano...
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- Categoria principale: Scienze Naturali
- Categoria: Vulcanologia
- Pubblicato 19 Maggio 2015
- Scritto da Ali Dorate
Oltre 600 milioni di persone (circa il 10% della popolazione mondiale) vivono vicino ad un vulcano attivo.
Studiare la natura dei processi vulcanici tuttavia può essere difficile a causa della lontananza di molti vulcani, i pericoli per gli scienziati che vogliono studiare le eruzioni distruttive da vicino e il fatto che la cene re vulcanica e il materiale incandescente rilasciato oscurano le osservazioni dirette. Per ovviare a questa difficoltà, i ricercatori hanno ricreato una versione ridotta nei laboratori presso la Monash University. Gli scienziati hanno creato un modello attraverso cui il magma risale attraverso una rete di canali verticali ed orizzontali (dighe e davanzali). Negli esperimenti gli scienziati hanno usato un serbatoio pieno di gelatina in cui è stata iniettata dell'acqua colorata per simulare il magma in movimento. Una telecamera ad alta velocità e laser sincronizzati sono stati poi usati per osservare ciò che accade all'interno del serbatoio man mano che il magma si sposta verso l'alto. "Un calo di pressione fa sì che il magma rilasci gas disciolti come bolle e quelle bolle possono causare l'espansione del magma e se ciò accade abbastanza velocemente, può verificarsi un'eruzione" ha detto, il professor Cruden "E' simile alla rimozione di un tappo da una bottiglia di bevanda gassata che viene agitata prima di essere aperta. La caduta di pressione provoca la formazione di bolle e il conseguente aumento dei risultati di volume che esplode in una fontana di schiuma dalla bottiglia".
L'immagine mostra la caduta di pressione nella diga quando si è formato il davanzale. Fotografia: Monash University
Sulla base dei risultati degli esperimenti, gli scienziati hanno capito che il magma che sale attraverso una diga in verticale, può bruscamente passare ad un davanzale orizzontale, con una netta diminuzione della pressione. A sua volta, il calo di pressione provoca il rilascio di gas nel magma, che può portare a esplosioni ed eruzione del vulcano.
Attualmente, i sistemi di monitoraggio dell'attività vulcanica si affidano all'interpretazione dei segnali di superficie e del sottosuolo terrestre misurati dai satelliti, dai dispositivi di deformazione del suolo e dai sismografi ma per mezzo di essi non può essere misurata la variazione di pressione nel sistema dei canali. La conoscenza del meccanismo contribuirà a migliorare la comprensione delle dinamiche di risalita del magma a seguito di un forte aumento della pressione. Ciò potrebbe aiutare a prevedere possibili eruzioni.
Ali Dorate
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