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Provata l'esistenza della "Merging Tsunami"! Dalla Nasa la video-animazione
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- Pubblicato 13 Marzo 2012
- Scritto da Luciano Serangeli
Nell’approccio delle onde di uno tsunami alla costa, la topografia del fondo marino vicino alla costa gioca un ruolo importante nel determinare quanto grandi quelle onde diventeranno e colpiranno più duramente di altre.
Per esempio, le onde dello tsunami generato dal massiccio terremoto dello scorso anno, di magnitudo 9.0 in Giappone, hanno attraversato l'Oceano Pacifico e una volta raggiunta la costa degli Stati Uniti occidentali, hanno colpito duramente Crescent City, in California, a causa di due caratteristiche del fondo marino al largo della costa. Difatti una porzione del fondo marino risulta sollevata dall’attività tettonica che corre direttamente verso la città. Hanno inoltre influito sulla situazione, la posizione e la forma del porto della città.
Gli scienziati avevano già sospettato che lo stesso fenomeno poteva avvenire anche nelle profondità oceaniche, dove le montagne sottomarine, le voragini e persino le isole, potevano deviare le onde dello tsunami in alcuni luoghi, ed amplificarle in altri.
Ma le misurazioni effettuate dai satelliti transitati sopra le onde dello tsunami dello scorso anno, hanno confermato che questo accade anche a grandi distanze dall'epicentro di un terremoto.
I ricercatori del NASA Jet Propulsion Laboratory e dell'Ohio State University, hanno utilizzato altimetri satellitari, in grado di misurare i cambiamenti del livello del mare in dettaglio molto fine, in grado di osservare la " merging tsunami " ( fusione degli tsunami ), ovvero un fenomeno in cui le onde più piccole si fondono per formare un'unica grande onda. Queste onde possono viaggiare per centinaia o migliaia di chilometri senza perdere potenza.
Le misurazioni hanno dimostrato che lo tsunami del marzo 2011 ha raddoppiato di intensità quando è transitato sopra grosse dorsali oceaniche e intorno alle isole nel mezzo del Pacifico.
Il team ha utilizzato un computer basato su un modello in grado di tradurre le misure in immagini e animazioni, che dimostra come le onde si rifrangono, si piegano e si uniscono nuovamente mentre si propagano.
Nel modello ,i picchi delle onde sono di colore rosso-bruno, mentre le depressioni nella superficie del mare hanno colorazione blu-verde. La scala di grigi delinea e visualizza la posizione delle dorsali medio-oceaniche, dei loro picchi e delle isole.
Le misurazioni provenivano da Jason-1, Jason-2 e Envisat, ciascuno dei quali ha sorvolato lo tsunami in una posizione diversa.
"E’ stata per una su 10 milioni di possibilità che abbiamo potuto osservare questa doppia onda con i satelliti", ha detto Tony Song, ricercatore principale dello studio e scienziato al JPL.
"I ricercatori hanno sospettato per decenni che una " fusione di tsunami " di questo tipo fosse responsabile per lo tsunami cileno del 1960, che ha ucciso circa 200 persone tra Giappone e Hawaii, ma nessuno aveva definitivamente osservato una " merging tsunami " fino ad ora.
Song ha affermato: “ Era come guardare un fantasma. Al satellite Jason invece è capitato di essere nel posto giusto al momento giusto per catturare la doppia onda".
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