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Prevedere i terremoti? Nuove scoperte
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- Pubblicato 16 Maggio 2014
- Scritto da Ali Dorate
Due eminenti sismologi, Emily Brodsky e Thorne Lay, dell'Università della California a Santa Cruz, hanno acceso nuove speranze per quanto riguarda la possibilità di prevedere i terremoti.
La possibilità di installare una rete composta da molti sensori sottomarini, che inviano contemporaneamente i dati dei rilevamenti, permetterebbe la previsione dei terremoti come quello del 2014 in Cile.
Questi nuovi tipi di sensori sottomarini sembrano rilevare degli spostamenti lenti nel terreno nelle settimane che procedono il terremoto. Analizzando i dati relativi al violento terremoto di magnitudo 9 che colpì il Giappone nel 2011 i ricercatori statunitensi aprono ora una nuova "strada".
I sensori sottomarini hanno registrato uno "spostamento" lento del terreno nelle settimane che hanno preceduto il violento terremoto sottomarino.
Partendo da questa "novità". i ricercatori hanno voluto confrontare i dati giapponesi con altri violenti terremoti in qualche modo simili avvenuti in Cile.
La magnitudo 9 del terremoto in Giappone del marzo 2011, ha prodotto una valanga di nuovi dati sui terremoti da subduzione. Brodsky e Lay hanno sottolineato che delle sequenze "premonitrici" relativamente lunghe sembrano precedere i più grandi terremoti di subduzione.
In un documento del 2012 gli scienziati giapponesi hanno sottolineato che prima del terremoto in Giappone, la caratteristica comune della 'migrazione' degli epicentri delle scosse minori verso la faglia da cui si originò poi l'evento principale, si verificò in un periodo di tre settimane. La combinazione di dati, modelli del terremoto e informazioni sulla deformazione effettiva della crosta, possono portare nuove informazioni e dati utili alla ricerca.
La prossima frontiera è quella di realizzare una rete di sensori sottomarini capaci di mandare i dati in tempo reale rendendoli previsioni a breve termine. Ed è probabile che sia solo l'inizio di un lungo processo di studio dei geologi. Brodsky e Lay concludono: "Se i terremoti sono prevedibili o non, è ancora una questione aperta, ma forse ora c'è qualche motivo in più per essere ottimisti!".
Ali Dorate
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