Climatologia
EL NINO sempre più intenso negli ultimi 6000 anni.A confermarlo un nuovo STUDIO
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- Categoria principale: Scienze Naturali
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- Pubblicato 30 Novembre 2014
- Scritto da Rinaldo Cilli
Per la prima volta furono un gruppo di pescatori, centinaia di anni fa, a riscontrare una strana anomalia al largo della costa del Perù. Improssivamente infatti si accorsero che il pesce pescato scompariva dalle acque in base ad una variazione ciclica di temperatue superficiali del mare, seguite poi dall'arrivo di piogge abbondanti.
Nacque così El Nino, chiamato anche "The Boy" o "Boy Christmas", per via della sua tempistica regolare che si riproponeva, ciclicamente, ogni 3-7anni. El Nino è un fenomeno contemporaneo; è stato infatti a lungo la fonte dominante della fluttuazione climatica che caratterizza il nostro Pianeta. Ma ora i ricercatori vogliono comprendere più nel dettaglio come El Nino potrebbe risentire dei numerosi cambiamenti sia climatici, sia del feedback che guida i cambiamenti del ciclo.
Un gruppo di ricercatori guidati dall'Università di Zhengyu Liu, del Wisconsin, ha pubblicato le ultime scoperte nella rivista Nature uscita tre giorni fa. "Non possiamo prevedere il futuro, l'unica cosa che possiamo fare è esaminare il passato", rivela Liu, professore presso il Dipartimento di Scienze dell'Atmosfera e oceaniche. "La questione è capire se il nostro modello potrà proporci il ciclo di El Nino negli anni passati".
Lo studio, in particolare, esamina cosa ha influenzato El Nino in questi ultimi 21 anni, per capire l'evoluzione futura e prepararsi alle conseguenze. Utilizzando i modelli del National Center Atmospheric Research, in Colorado, i ricercatori hanno stabilito, tramite accurati approfondimenti, che El Nino si è intensificato nel corso degli ultimi 6.000 anni.
I risultati inoltre confermano che i dati degli studi precedenti erano nel complesso esatti e si basavano essenzialmente su osservazioni di sedimenti storici al largo della costa centrale americana e cambiamenti dei coralli fossili. Durante le fasi calde e piovose tipiche di El Nino, i sedimenti costieri si depositano nel fondale presentando una colorazione più chiara, con il corallo che fornisce una "firma" unica, come gli anelli su un albero.
"Alcune osservazioni lasciano chiaramente intendere che El Nino ha subito delle modifiche, è mutato nel corso del tempo - riferisce Liu "gli ultimi studi confermano quindi che El Nino è aumentato in maniera sensibile nel corso degli ultimi 5.000 - 7.000 anni". Tuttavia, a differenza degli studi precedenti, quello attuale (che si basa su un nuovo modello) offre uno sguardo continuo a lunga scala sulle passate evoluzioni di El Nino, piuttosto che delle brevi instantanee.
In particolare esamina le forze che hanno potuto influenzare El Nino nel corso degli ultimi 21.000 anni, come ad esempio l'anidride carbonica, le lastre di ghiaccio in fusione e i cambiamenti dell'orbita terrestre. El Nino è guidato da un complesso sistema tra l'oceano e l'atmosfera terrestre; negli anni senza El Nino gli alisei sopra l'Oceano Pacifico guidano i mari verso ovest, dalla costa dell'America centrale verso l'Indonesia, causando un'anomalia termica positiva sulla superifice occidentale del mare, con l'acqua fredda che invece staziona ad est.
Durante El Nino invece gli alisei si "rilassano", perdono consistenza e le differenze termiche superificali tra ovest ed est tendono a ridursi sensibilmente. Ciò altera la distribuzione di calore sia all'acqua sia all'aria, in ogni regione, forzando un catena di cambiamenti climatici che interessano praticamente tutto il globo. Prima dell'inizio dell'Olocene (circa 12.000 anni fa) gli impulsi di fusione dell'acqua durante la deglaciazione erano maggiormente influenzati da El Nino, ma da allora i cambiamenti dell'orbita terrestre hanno giocato un ruolo maggiore nella successiva intensificazione. A rivelarlo è, appunto, il nuovo studio.
"Abbiamo tuttavia bisogno di più dati per ottenere un modello ancor più significativo - conclude Lie - "con questo studio stiamo fornendo un punto di riferimento importante per i prossimi 5, 10 e 20 anni"
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