L'angolo del direttore
Futuro prossimo: il tempo che verrà
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- Pubblicato 14 Gennaio 2016
- Scritto da Luciano Serangeli
• 25 febbraio 2016
Tanta pioggia, neve in montagna, niente freddo: - La variabilità marcata e povera di precipitazioni sul nostro Paese sta per cedere il passo a una fase meteorologica decisamente più perturbata.
Una goccia fredda in distacco dal corpo principale depressionario alle alte latitudini europee, avrà modo di penetrare profondamente nell’area mediterranea e sin nell’interno dei territori nordoccidentali africani, rimanendo in seguito bloccata in loco a causa dell’impossibilità di traslare verso est, determinata dalla presenza a levante di una figura anticiclonica di blocco sull’est europeo.
Mentre la stazionarietà del fronte perturbato sul Mediterraneo porterà inevitabilmente ad apporti precipitativi continui e quindi cospicui, in parallelo, l’affondo della figura ciclonica in ambito africano determinerà il richiamo di aria temperata dalle latitudini subtropicali, che comporterà la permanenza su valori miti, o comunque in linea col periodo, delle temperature sul nostro Paese.
Assisteremo come detto a un forte apporto precipitativo, che in montagna, specialmente sulle Alpi, si tradurrà in accumuli nevosi molto consistenti. Sull’Appennino le nevicate saranno modeste e comunque tali da non compensare il pregresso stato critico dell’innevamento totale.
Buon proseguimento di stagione a tutti.
- 20 febbraio 2016
Variabilità marcata molto mite: - L’inverno mai decollato non lo farà nemmeno nei prossimi giorni che caratterizzeranno l’ultima settimana di febbraio.
Si va come da calendario verso la primavera, che grazie ai continui disturbi termico-barici in Stratosfera promette di essere assai dinamica e disturbata.
Per quanto ci riguarda, la settimana che sta per avere inizio sarà all’insegna di una variabilità marcata, che intervallerà fasi di piovosità a intervalli di bel tempo. Caratteristica comune ad entrambi sarà la dolcezza delle temperature, in alcuni territori anche molto marcata, come nel caso del Meridione e delle Isole ad inizio settimana, quando a causa di termiche da tarda primavera ad 850 hPa (+16°C), al piano si potranno raggiungere presumibilmente temperature vicine ai 25 gradi centigradi.
Non certo temperature da febbraio, ma ormai quest’anno si è consumato all’insegna di termiche costantemente sopra media. Ancora una volta la neve farà la sua comparsa solo sull’arco alpino, mentre l’Appennino finirà di vivere un’intera stagione disgraziata senza precedenti, almeno negli ultimi anni, anche se sarà difficile in senso assoluto trovare episodi analoghi negli archivi meteorologici.
Allo stato attuale non ci resta che rimandare a marzo le ultime possibilità di vedere fenomeni tardivi d’inverno, affidandoci alla possibile comparsa dei classici colpi di coda finali della stagione, che se anche si verificassero, sarebbero per ovvi motivi temporali meteore destinate a scomparire velocemente per cedere il passo al risveglio della natura.
Buon proseguimento di stagione a tutti.
Sotto le temperature molto alte a 850 hPa sul Meridione ad inizio settimana.
- 11 febbraio 2016
Dopo l’Atlantico piovoso atteso più freddo e forse la neve: - L’instabilità che sta interessando il nostro Paese, anche se non in modo continuativo, proseguirà anche nei prossimi giorni, a causa della corrente a getto alle medie latitudini che tiene aperta l’umida porta atlantica.
All’inizio della prossima settimana, i modelli previsionali inquadrano un’improvvisa rimonta anticiclonica azzorriana, che fungendo da blocco al mite flusso zonale occidentale, farà discendere sul suo bordo orientale aria più fredda dalle latitudini artiche, sin nell’interno del Nord Africa occidentale.
Per ora i modelli mostrano una situazione di west shift rispetto al nostro Paese, ovvero aria fredda che fluisce al di sopra dell’arco alpino per andare a interessare più direttamente la Francia e parte dell’Iberia, mentre l’Italia è posta sulla traiettoria di risalita dell’aria mite di richiamo all’irruzione fredda, proveniente dall’interno del continente africano.
Ancora più il la, ovvero per metà della prossima settimana, sembrerebbe, ma è d’obbligo usare il condizionale, doversi attivare un flusso freddo nordorientale, che traghetterebbe sulla nostra Penisola correnti di tipo artico-continentale dalla Russia, portando a un consistente calo delle temperature e alla comparsa della neve sino a quote basse e sul Settentrione sino in pianura.
Ma ci riserviamo di essere più precisi più avanti, quando i modelli avranno inquadrato meglio ed eventualmente confermato, lo scenario proposto con le ultimissime emissioni.
Sotto la mappa modellistica GFS, che mostra a 500 hPa la corrente fredda a matrice artico continentale in arrivo dalla Russia, relativa al 18 febbraio 2016.
Buon proseguimento di stagione a tutti.
- 04 febbraio 2016
Dopo il lungo periodo anticiclonico, che fatti salvi i rari e fugaci episodi perturbati freddi, ha caratterizzato quasi per intero la stagione fredda in corso, ha avuto inizio una nuova fase meteorologica assai diversa, all’insegna stavolta del tipico e mite flusso instabile occidentale.
Ciò sarà consentito dalla discesa a latitudini inferiori da parte del bordo meridionale del Vortice Polare, lungo la cui direttrice si muovono le perturbazioni e che finora ha invece stazionato a latitudini molto settentrionali.
La fase di maltempo che sta interessando attualmente la nostra Penisola, accompagnata da un lieve calo termico, vedrà la sua conclusione già a partire dalla mattinata di domani, venerdì 05 febbraio.
A seguire, già da sabato 06 febbraio, un’altra perturbazione raggiungerà le coste settentrionali tirreniche, determinando il peggioramento generale delle condizioni meteorologiche da nord a sud, una lieve flessione termica e nuove nevicate sui rilievi, in special modo su quelli alpini .
Come scritto nelle righe precedenti, seguiranno in successione altre depressioni, almeno sin dopo il 10 del mese.
Sinora nessuna traccia del freddo, anche se l'attuale forte scaldata in Stratosfera aveva lasciato spazio a tale ipotesi. Ma è ancora presto per dire la parola fine. Lo vedremo più avanti.
- 25 gennaio 2016
Mentre la costa orientale del Nord America in questa settimana sarà ancora interessata dal passaggio tempestoso e gelido del Vortice Polare, la parte occidentale del nostro continente, compresa la nostra Penisola conoscerà un nuovo periodo di dominio anticiclonico mite.
Le temperature al suolo saranno condizionate dalla forte escursione termica tra giorno e notte, dovuta ai cieli pressochè sereni o al massimo velati per nubi alte e stratiformi.
Non mancheranno eccezioni per qualche debolissima precipitazione locale sul versante orientale del nostro Paese, ma saranno come detto fatti episodici.
Con il nuovo avvento anticiclonico avremo invece modo di dover fare di nuovo i conti con la nebbia nelle zone di pianura e con l’aumento degli inquinanti nell’aria. A causa del forte irraggiamento del calore del suolo verso l'alto, dovuto ai cieli sereni, non mancheremo nuove gelate notturne, localmente anche intense, mentre a metà giornata le temperature risulteranno particolarmente gradevoli.
Tuttavia nella fase finale della settimana un veloce ansa ciclonica darà luogo al rapido passaggio, da nord verso sud, di moderate precipitazioni, scongiurando, almeno si spera, nuovi blocchi della circolazione nelle città italiane a maggior rischio inquinamento.
Nella mappa allegata è ben visibile come mentre sul Nord America, specialmente sulla costa orientale, insista l'azione gelida invernale del Vortice Polare, sull'Europa l'Anticiclone delle Azzorre apporta la sua azione mitigatrice, evidenziata dalle temperature al di sopra della zero presenti in quota nella bassa Troposfera.
- 19 gennaio 2016
Si avvia verso la conclusione il breve periodo di freddo invernale che sta interessando la nostra Penisola.
Ancora per qualche giorno il tempo alternerà fasi instabili a fasi di calma meteorologica, mentre le temperature cominceranno lentamente a risalire verso la norma del periodo.
I nuovi impulsi instabili tenderanno a interessare maggiormente le regioni adriatiche, il Sud e le Isole Maggiori, manifestando il carattere della «persistenza» nello schema di circolazione atmosferica invernale.
Come è facilmente visibile dall’illustrazione allegata, si ripete lo schema atmosferico che vede un Vortice Canadese piuttosto attivo, spingere verso est a copertura dell’Europa Occidentale e del Mediterraneo, il tentativo di innalzata verso il Polo da parte dell’Anticiclone delle Azzorre.
L’aria artica continentale, che nei giorni scorsi era giunta con moto retrogrado fin sul nostro Paese, viene anch’essa sospinta in questo modo verso est, sull’Europa Balcanica e su quella Settentrionale.
L’Italia e i paesi presenti sullo stesso meridiano si troveranno così su quella che si può definire una “zona di confine” tra aria mite oceanica e aria fredda continentale.
Stante questa configurazione, che abbiamo già detto rivelarsi ricorrente in questo inverno, ma che lo era stata anche nello scorso, le regioni adriatiche e quelle meridionali saranno anche nel futuro prossimo quelle più colpite dalle precipitazioni che accompagneranno le perturbazioni in discesa da nord verso sud sul versante orientale della nostra Penisola, nonchè da nuovi cali termici indotti dalla vicina massa d’aria fredda presente sulla Penisola Balcanica.
Sotto la grafica che mostra la situazione barica ricorrente appena illustrata.
- 15 gennaio 2016
Come anticipato nel precedente intervento del 12 di gennaio, prendono sempre più corpo le conferme di una "passata veloce" di inverno.
L'impianto barico generale, sullo scenario emisferico che va dall'Atlantico all'Europa, mostra un Vortice Canadese tenace e insistente alle medie-medio alte latitudini, che continua a smontare volta per volta i tentativi di alzata verso il Polo da parte dell'Anticiclone delle Azzorre, spingendolo in senso obliquo verso i paralleli e spostandolo contemporaneamente a copertura dell'intero bacino del Mediterraneo.
A tale proposito, le proiezioni a medio e lungo termine della North Atlantic Oscillation, prevista rimanere in campo solo leggermente negativo o quasi neutrale, continuano a parlare molto chiaramente.
Tempi duri per chi ha avuto la tentazione di ascoltare le troppe e sempre presenti "sirene meteorologiche" insomma.
Infatti, benchè rispetto al prolungatissimo periodo di sopra-media da cui veniamo il calo termico sarà notevole e la neve non sarà più un oggetto sconosciuto, non assisteremo a una lunga parentesi di crudo inverno. Si tratterà invece di un evento freddo stagionale intenso ma transitorio.
L'inverno mostrerà la sua faccia più dura, ma niente annali di storia e niente eventi estremi. Per scoprire se ci saranno episodi di gelo tali da poter meritare menzioni speciali, non ci resterà che analizzare giorno per giorno le future proiezioni modellistiche.
Buon proseguimento di stagione a tutti.
- 12 gennaio 2016
Come da copione, la delusione per chi si aspetta, come se fossero d’obbligo, eterni eventi storici, è sempre dietro l’angolo.
I cattivi maestri, che hanno sempre molto séguito nella nostra civiltà contemporanea dell’eccesso, persino nel marginale mondo della meteorologia, vengono regolarmente battuti e abbattuti dalla realtà, che un anche un po’ per statistica è sempre più normale e noiosa della fiction ad effetto.
La meteorologia è stata pensata per informare, prevenire, educare, e non per stupire.
Così mentre da più parti si continuano ad evocare il 1985 e il 1956, la Troposfera a braccetto con la Stratosfera, apparecchiano una metà di gennaio niente affatto storica per il nostro Paese.
L’inverno, che fino ad ora è stato ampiamente dolce e quindi sopra la media delle termiche statistiche stagionali, presenterà un volto più consone al suo nome, ma lo farà brevemente, senza insistere a lungo e soprattutto senza determinare sconquassi climatici, né prolungate fasi di gelo o accumuli nevosi da leggenda.
Il tutto si concretizzerà nell’ultima parte della seconda decade del mese in corso, quando assisteremo ad un graduale e poi sempre più generale calo termico, accompagnato da precipitazioni nevose, che oltre che sui rilievi, su talune zone del Settentrione potranno spingersi fino in pianura, e sull’alto e medio Adriatico in prossimità delle coste.
L’apice del calo termico sarà concentrato tra sabato 16 e lunedì 18 gennaio, per proseguire poi essenzialmente sulle regioni meridionali per un altro paio di giorni.
A seguire la narrazione atmosferica parla di modeste scaldate in Stratosfera, che pur condizionando il Vortice Polare troposferico, avranno l’effetto di mantenere l’Arctic Oscillation solo leggermente negativa e, ancor meno favorevole a violente irruzioni artiche sulla nostra Penisola, una North Atlantic Oscillation prossima alla neutralità o addirittura lievemente positiva. Ma è ancora presto per parlare con dovizia di particolari. Non resta che attendere le prossime mosse dei protagonisti atmosferici dell’inverno.
Buon proseguimento di stagione a tutti.
Luciano Serangeli
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