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L'angolo del direttore

18 dicembre 2014 Che tempo fa Che tempo farà: moti retrogradi in vista?

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Oggi.. tra qualche giorno.. più in la.. il tempo che ci aspetta.

chetempofa181214Attendiamo ancora segnali di inizio da un inverno, quello 2014-2015, che se anche l'altro ieri affacciandosi alla finestra non sembrava affatto essere assente, nella sostanza lo è, eccome.

Un paio di giorni fa è piovuto un po' dappertutto sul territorio nazionale, è nevicato sui monti del NordEst e sui rilievi centrali dell'Appennino, mentre il Sud è stato interessato in gran parte dai temporali.

Non ha fatto mancare la sua presenza nemmeno la nebbia, che complici gli alti tassi di umidità e la mancanza di ventilazione, è comparsa stabile sulla Romagna anche durante le ore centrali della giornata.

Ma il computo generale del semestre freddo nostrano, compresi i tre mesi di autunno da poco trascorsi, fa registrare due surplus importanti. Uno legato alla quantità di precipitazioni, di gran lunga superiori alla norma e l'altro legato alle temperature, che ovunque nell'Emisfero Settentrionale si mantengono sopra media, nonostante l'estensione totale del manto nevoso emisferico abbia toccato e superato i massimi dagli anni 70.

Dati questi ultimi, che sembrerebbero poco coerenti e in contrapposizione, ma che sono certificati e ufficiali.

In Italia poi, meglio non parlare degli accumuli nevosi, che sono drasticamente bassi o localmente assenti persino nelle sedi naturali montane.

Vediamo allora di capire come proseguirà questo ennesimo inverno anomalo mediterraneo e se da qualche parte possiamo attingere a elementi nuovi, che facciano presagire almeno un ritorno alla normalità climatica.

Cambio di configurazione artica. Si torna al Dipolo

Dopo un lungo periodo autunnale e di inizio inverno meteorologico, caratterizzati da un'anomalia nella configurazione barica dell'Artico, conosciuta come Dipolo Artico o Arctic Dipole anomaly, si è passati negli ultimi 10 giorni alla configurazione classica, che ha visto il centro di massa del Vortice Polare, o per meglio capirci il minimo barico principale, posizionato sul versante occidentale del Mar Glaciale Artico e più precisamente tra Groenlandia e Canada orientale.

dipolo effetti europaDipolo Artico effetti Europa. Clicca ed espandi.Mentre il primo schema barico, ovvero il Dipolo Artico, teneva fuori dalla traiettoria perturbata del Getto Polare l'Europa Centrale e quella Settentrionale, poiché coperta dall'anomala e vasta figura anticiclonica artica sulla Groenlandia, lasciando invece l'Europa Meridionale alla mercé del mite flusso zonale atlantico (vedi illustrazione a destra), il rientro nello schema classico circolatorio (bassa pressione lato occidentale Artico, alta pressione lato orientale) ha dato forza e compattezza al Vortice Polare, che non ostacolato da figure altopressorie a latitudini elevate, ha investito l'Europa Settentrionale con una lunga serie di perturbazioni, lasciando quella Meridionale esposta alle risalite anticicloniche, tranne che in occasione di deboli basse pressioni secondarie distaccatesi dal nordico flusso perturbato principale.

La novità è che molto presto si tornerà nuovamente allo schema di Dipolo Artico.

Questa alternanza continua, individuata a partire dall'inizio degli anni 2000, costituisce un nuovo pattern barico atmosferico, che gli scienziati del clima hanno definito ARP (Arctic Rapid change Pattern), caratterizzato dal rapido cambio di schema invernale tra configurazione barica classica del Mar Glaciale Artico e quella anomala, ovvero l'Arctic Dipole anomaly o Dipolo Artico.

L'inedita situazione configurativa polare, ha determinato principalmente, cosa testimoniabile da tutte le cronache degli anni recenti, i sempre più frequenti episodi di freddo estremo e nevicate imponenti, già all'inizio dell'inverno e per gran parte di esso, sull'America Settentrionale e sul comparto orientale asiatico, nonchè l'agevolazione di moti retrogradi di fine stagione sull'Europa, in primis su quella Orientale e Centrale, senza dimenticare il possibile, ma meno frequente, coinvolgimento di quella Occidentale e Meridionale. Vedi inverno del 2012.

L'immagine sottostante testimonia come il cambiamento e il ritorno allo schema barico di Dipolo Artico sia già in atto.

Possiamo notare infatti le figure di alta pressione che vanno instaurandosi sul lato occidentale del Mar Glaciale Artico, mentre quelle cicloniche vanno disponendosi sul versante orientale dello stesso, ad eccezione dell'HP siberiana, la quale, grazie al warming stratosferico previsto a breve in loco, andrà ulteriormente rafforzandosi.

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La Stratosfera a 100 hPa

Altro elemento da cui attingere piccoli indizi di un probabile cambio di scenari meteorologici è legato alla quota 100 hPa della Stratosfera, molto prossima alla Tropopausa, zona di confine tra la Stratosfera stessa e la sottostante Troposfera.

A questa quota della Stratosfera, la configurazione barica generale in inverno tende spesso ad essere prossima a quella della quota inferiore, quindi della Troposfera.

Si parla in gergo tecnico di Coupling (accoppiamento) della configurazione barica.

Allo stesso tempo, si fa normalmente riferimento alle indicazioni della 100 hPa per tentare di oltrepassare il limite previsionale dei 3-5 giorni che la Troposfera impone a causa delle molteplici forzanti orografiche, termiche e dinamiche, che rendono molto difficile spingersi nel lungo termine.

La Stratosfera infatti, stante l'assenza di rilievi orografici, continenti, oceani e delle continue forzanti termo-dinamiche che da essi scaturiscono, ha modo di garantire una più facile proiezione a lungo termine delle previsioni sia in ambito barico che termico.

Ed è proprio dalle proiezioni a 10 giorni della 100 hPa, che si possono scorgere flebili indizi, su una possibile svolta stagionale di stampo prettamente invernale, anche se per ora, vista la distanza nel tempo, solo ipotetica.

Nell'immagine sottostante, partendo dal basso e dalla sinistra, vediamo un Jet Stream (corrente a getto) molto meridionale in ambito nordamericano, che pescando nelle acque tropicali dell'Atlantico potrebbe favorire l'alimentazione termica alla base dell'Anticiclone Bermuda-Azzorre e la sua successiva rimonta verso latitudini nord-atlantiche. Solo un abbozzo per ora, ma bisognerà monitorare nei prossimi giorni se tale fase andrà a maturazione.

Procedendo verso destra osserviamo il centro di massa del Vortice Polare situato tra Mare di Barents e Mar di Kara.

In prima istanza ciò conferma quanto detto in precedenza nell'articolo e cioè la rinnovata situazione di Dipolo Artico sul Mar Glaciale Artico, mentre è interessante osservare procedendo ulteriormente verso est, un abbozzo di cuneo altopressorio nella zona dove a breve si manifesterà il warming stratosferico già annunciato da tutti i siti di monitoraggio.

La particolarità della situazione sta nel fatto che la zona di minimo barico del Vortice Polare, trovandosi chiusa ad ovest e ad est tra due figure altopressorie, nella fattispecie la Wave 2 ad ovest e l'Anticiclone Siberiano ad est, potrebbe trovare sfogo al suo naturale moto solo insistendo sullo stesso territorio, o spostandosi con moto retrogrado verso sudovest, sull'Europa e in direzione dell'area mediterranea.

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Per ora, gli indizi che scaturiscono da quanto abbiamo osservato in questo articolo, costituiscono l'indicazione sufficientemente supportata di un cambiamento stagionale ormai prossimo.

L'entità di tale cambiamento è invece ancora tutta da monitorare.

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Luciano Serangeli

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