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Editoriali

Una chiacchierata con Paolo Corazzon: una vita da Meteorologo

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corazzSpesso nasce dall’infanzia e il più delle volte non se ne capisce il motivo. Ci si trova fermi davanti a una finestra a contemplare un temporale estivo o a cercare alla luce di un lampione il primo fiocco di neve trasportato dal vento invernale, nello stesso momento in cui la maggioranza delle persone chiude le imposte o si allontana per cercare di evitare pericoli o per ripararsi dal freddo tra le mura domestiche. E nello stare li, fermi e incantati, si prova un’emozione, a volte quasi una scossa di adrenalina che ti fa capire quanto siamo piccoli e impotenti davanti a Madre Natura. Questo riesce a suscitare un evento atmosferico a tante, tantissime persone.

Io faccio parte di questo folto gruppo e dopo anni passati a contemplare passivamente gli eventi naturali, sono stato spinto dalla curiosità di capire se dietro a tanto fascino apparentemente casuale ci fossero invece un ordine e delle leggi alle quali la Natura obbedisce.
Tra libri da autodidatta, forum di appassionati, siti e carte del tempo ho avuto la fortuna di conoscere un meteorologo di professione al quale devo molte delle mie scoperte: l’amico Paolo Corazzon.
Mi faccio di seguito portavoce di alcune domande che immagino molti di voi vorreste fare ad un professionista della meteorologia.

Davide: Ciao Paolo, vuoi spiegare ai nostri lettori come si diventa meteorologo? O meglio da cosa nasce la vocazione verso questo mestiere?

Paolo: Ciao Davide, innanzitutto come per tanti meteo appassionati, il mio approccio con la meteorologia avviene dai primi anni dell’infanzia e poi nell’adolescenza, quando un semplice evento atmosferico come una grandinata, un temporale o l’attesa per una nevicata mi rapiva facendomi perdere la nozione del tempo. A quei tempi, complici le prese in giro degli amici, non mi spiegavo molto l’attrazione verso la materia, ma sta di fatto che non mi perdevo per nulla al mondo una previsione di Bernacca, Baroni o Caroselli.

D.: Insomma sei uno di noi. E che percorso hai seguito prima di voler diventare un meteorologo di professione?

P.: Ho fatto il liceo scientifico e da subito ho avuto un ottimo rapporto con la matematica e la fisica, materie estremamente affascinanti. Ricordo ancora che alla maturità, il membro esterno della commissione mi fece la fatidica domanda: “Cosa vuole fare da grande?”. E io risposi: “Il meteorologo!”. Così mi sono iscritto all’Università di Fisica (che ai tempi era l’unica strada che si potesse seguire per avvicinarsi al mondo della meteorologia), scegliendo poi l’indirizzo di Fisica Ambientale e inserendo nel piano di studi anche l’esame di Fisica dell’Atmosfera. La laurea arrivò nel ’95.

D.: E come sei approdato al Centro Epson Meteo? E perché non all’Aeronautica Militare?

P.: L’ultima fase della mia carriera universitaria l’ho trascorsa all’Osservatorio Meteorologico di Milano-Duomo dove ho svolto la mia tesi. Una tesi un po’ complessa, dove in pratica ho studiato algoritmi per ricostruire determinati parametri atmosferici partendo da immagini satellitari. Insomma una tesi a metà strada tra la meteorologia applicata e la modellistica. In quel contesto ho avuto la fortuna di conoscere il col. Mario Giuliacci. Devo moltissimo a lui. Per un paio d’anni dovetti infatti “accontentarmi” di fare il docente di Matematica e Fisica presso vari istituti pubblici e privati ed il bagnino in piscina. Fino al giorno in cui nel ’97, il Colonnello mi chiese di collaborare con lui per la nascita dell’attuale Centro Epson Meteo. Naturalmente accettai al volo e a distanza di 15 anni eccomi qui felicissimo del mio lavoro. Per quanto riguarda la carriera militare, ho semplicemente preferito quella civile.

D.: Insomma la fortuna aiuta gli audaci vuoi dire. E in cosa consiste la giornata lavorativa di un meteorologo di professione?

P.: La giornata ha inizio davvero presto, con sveglia alle 4 e ritrovo in ufficio alle 5 (chiaramente siamo in tanti e si fa a turni durante la settimana). Si inizia raccogliendo tutti i dati dalle ultime emissioni modellistiche disponibili (alla Epson oltre ai consueti modelli noti a tutti gli appassionati, ECMWF, GFS, UKMO, ecc.., abbiamo a disposizione anche un nostro modello, con una risoluzione spaziale elevatissima). Nella prima parte della giornata il meteorologo in turno studia le varie mappe e per ogni validità temporale realizza una previsione dettagliata sullo stato del cielo, le temperature, il vento e gli eventuali fenomeni, basandosi non solo sui dati riportati nelle carte, ma sfruttando la propria esperienza e, soprattutto, la propria capacità di interpretazione dei modelli. La seconda parte della giornata invece trascorre adattando le previsioni alle esigenze dei singoli clienti. Si fanno dirette Tv, collegamenti con emittenti radiofoniche, si preparano le grafiche per le testate giornalistiche. Non necessariamente però il cliente fa parte del mondo dei mass-media, esistono tantissime aziende che richiedono le previsioni meteorologiche, specie quelle che trattano il campo dell’energia.

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D.: Quindi il meteorologo si occupa di tutti gli aspetti di una previsione, fino al pacchetto finale verso il cliente?

P.: No, scherzi? Per fortuna c’è un’importante team di lavoro in cui si inseriscono varie figure professionali. Dai modellisti che sviluppano sempre nuove ricerche, ai climatologi, ai tecnici video/ fonici per le dirette Tv/radio, fino ad arrivare ai giornalisti che curano i rapporti con la stampa e i media, ai tecnici della grafica e non ultimi ai commerciali che “procacciano” gli affari.

D.: Quindi ti senti di consigliare a un giovane lettore di intraprendere la carriera di meteorologo o pensi che , specie in questi tempi di crisi globale, sia un settore un po’ difficile da raggiungere?

P.: La crisi è indubbiamente presente in tutti i campi. Io mi sento comunque di incoraggiare i ragazzi che intendono seguire questa strada, perché ritengo che in futuro argomenti di natura ambientale assumeranno un’importanza sempre maggiore, sotto molti punti di vista. Se però si volesse diventare meteorologi con l’unico scopo di finire in TV, allora il discorso cambia: è una strada che offre opportunità ridotte. Il meteorologo però può offrire il suo contributo in molti altri ambiti; pensate che molte aziende il cui business è legato alle bizze del tempo, si stanno organizzando addirittura con meteorologi interni. Esiste poi sempre la carriera militare o quella del ricercatore universitario.

D.: Domanda forse un po’ scomoda, ma te la pongo lo stesso. Cosa pensi di tutti i siti meteo amatoriali o dei vari forum che nascono sempre di più spontaneamente sul web? Li trovi invadenti? Visto che spesso non partono da persone che lo fanno di professione, ma che sono gestiti da semplici meteo appassionati come può essere il sottoscritto?

P.: Assolutamente no, anzi. Sono davvero sincero quando dico che hanno tutto il mio rispetto. Grazie a internet oggi si sta diffondendo sempre di più la cultura meteo che specie nel nostro Bel Paese è ancora un po’ indietro. Ben vengano quindi queste bellissime iniziative, specie se spontanee e con fini di diffusione di una materia così affascinante come la meteorologia. Uso molto internet e mi diverto a scambiare idee e pareri con i meteo-appassionati di vari forum. Alla fine io mi sento uno di loro e riconosco di avere avuto molta fortuna a trovarmi nel posto giusto al momento giusto.

D.: E se ti lanciassi l’idea di organizzare degli incontri durante i quali fornire ai neofiti del meteo le prime armi per approfondire la conoscenza della materia e farsi belli con gli amici con previsioni sviluppate da sé? Cosa risponderesti?

P.: Bella idea. Sarebbe davvero carino incontrarsi e dare un piccolo contributo all’ “iniziazione” verso lo studio della meteorologia. Ogni tanto ho il piacere di collaborare con associazioni che organizzano corsi di base, che hanno sempre un buon successo di pubblico.

D.: Ottima notizia. Intanto grazie per la tua disponibilità e buon lavoro.

P.: Grazie a voi e complimenti per il vostro impegno e per la bellissima iniziativa che portate avanti.

Beh che dire amici lettori? Fareste il meteorologo di professione? Io sono troppo avanti con l’età, ma se tornassi indietro magari un pensierino…

Davide Grimaldi mpi end

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