Editoriali
Il DIFFICILE rapporto tra il tempo e la...PASQUA
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- Pubblicato 02 Aprile 2015
- Scritto da Luca Angelini
Mai una Pasqua fu così incerta. Parrebbe un'osservazione attuale, eppure tutti gli anni l’episodio si ripete, come se volesse rispettare con svizzera puntualità una tradizione vera e propria. Ne consegue che un campo minato come quello delle previsioni meteorologiche, già martoriato di suo, diventa un vero e proprio banco di prova per modelli, previsori e appassionati.
Pensate, persino grandi personaggi del calibro di Andrea Baroni, sono inciampati sul tempo della Pasqua. Erano ovviamente altri tempi, tuttavia le scuse in diretta al TG1 per aver previsto sole anzichè pioggia in una lontana Pasqua degli anni 89, ha fatto di lui un maestro anche in deontologia e classe, oltre che naturalmente in Meteorologia.
Da allora sono passati oltre 30 anni, i passi avanti della tecnologia hanno rivoluzionato la catena previsionale, le comunicazioni, la potenza dei calcolatori, la gittata delle previsioni, è cambiato anche il clima pensate, ma il tempo della Pasqua no; lui rimane sempre là, sul filo del rasoio, sempre il bilico come un alpinista in equilibrio precario sull’abisso, come un surfista nei brevi istanti che gli permettono di cavalcare l’onda.
Ma se il progresso tecnologico non è stato proporzionale ai risultati ottenuti, è per via della nota teoria del caos deterministico firmata da Lorenz, non certo per l’incapacità di chi porta a termine tutti i giorniil difficile e poco remunerato mestiere di previsore.
Un curriculum annuale di 330 previsioni corrette, al netto di 30 giorni di ferie, fanno cinque giorni l’anno di previsioni sbagliate, dei quali due solo nei giorni di Pasqua e Pasquetta (sembra incredibile).
Vallo a spiegare agli albergatori, vallo a spiegare agli operatori degli sport invernali, vallo a spiegare all’immensa platea di lettori e ascoltatori magari anche qualche milione, pronta a lanciare uova e pomodori per non aver previsto l’unico temporale sfuggito alla miriade di indagini sfornate ogni poche ore dai modelli, ma che magari ha allagato mezza Roma, proprio nel giorno dedicato alla tradizione della grigliata fuori porta.
E allora, cari lettori, anche noi in qualità di appassionati, siamo chiamati a difendere questa nobile scienza, siamo chiamati nel nostro piccolo a sottrarre i professionisti da questo ingiusto e medievale "tiro al Meteorologo", siamo chiamati a fare da anello di congiunzione tra la scienza e il popolo, da pacieri tra la gente e il tempo. E se non verremo capiti, pazienza; da leggi perfette si cadrà comunque in risultati finali approssimati, con buona pace dei geni di ieri, di oggi e di domani.
Luca Angelini
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