Curiosità e particolarità meteorologiche
Analisi pluvio-nivometrica italica: LO SCETTRO AL MONTE VERGINE (Campania)
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- Pubblicato 09 Gennaio 2014
Dai dati pluviometrici e nivometrici analizzati da Cristofaro Mennella circa la pluviometria e la nivometria del Bel Paese.
Le zone più piovose in Italia si sa, sono quelle più esposte alle umide e piovose correnti sud-occidentali. E’ nota la grande piovosità di alcune zone dell’Alto Tirreno e del Friuli, ma queste zone si contendono il primato anche con alcune stazioni Campane.
Così la stazione del Montevergine in Irpinia nelle annate esaminate presenta una media superiore ai 2300mm annui, ma con annate in cui si raggiungono o si sfiorano i 4000mm annui, come nel 1950 o nel 1910. Per ritrovare stazioni che riescono a a raggiungere i 3000mm annui bisogna scomodare quelle di Orto d Donna o di Campagrina in Alta Toscana oppure quelle di Uccea in Friuli, insomma queste vette pluviometriche Italiche si contano sul palmo di una mano.
In Campania, dai dati esaminati, si scorge che anche Lago Matese supera bene i 2000mm annui. Il Mennella poi rivolge l’attenzione a tutti i Picentini, il cui settore montuoso più esposto alle correnti piovose, non presentava stazioni di riferimento, ma il cui effetto pluviometrico si faceva sentire fino alle pianure circostanti. Olevano Sul Tusciano(Sa) a soli 200m sul livello del mare mostrava una piovosità media annua di ben 1900mm, valore eccezionale per le pianure del Sud (mediamente si fermano ben sotto i 1000mm medi) e per le pianure Italiche in genere. Questa grande piovosità è dovuta alla retrostante fascia dei Picentini.
Dai dati italici il Mennella scorge come la piovosità spesso aumenti con l’altitudine e se si considera che nelle pianure ai piedi dei Picentini si raggiungono già i 1900mm annui è facile intuire l’ eccezionale piovosià dei settori montuosi che vanno da Calvanico(Sa) a Olevano Sul Tusciano(Sa).
Le piovosissime alture del Pizzo San Michele
Anche Salerno, sebbene sia distante dai Picentini, ne risente l’effetto pluviometrico superando i 1300mm annui nei dati esaminati. Il valore Salernitano risulta molto elevato per una stazione costiera a livello del mare e che quindi dimostra essere la città costiera più piovosa del Sud, ma attenzione, perché la piovosa Genova dai dati del Mennella presentava una piovosità media annua di poco superiore ai 1100mm annui (inferiore a Salerno), questo perché ad annate con piovosità superiore ai 2000mm sono seguite annate con piovosità di poco superiore ai 500mm annui come nel 1921 (evidentemente per un anticiclone invadente sull’Ovest Europa e che penalizza il NW Italico). L’osservatorio di Napoli Capodichino si fermava solo a 900mm annui proprio perché non si trova sotto il tiro piovoso dei Picentini.
Analisi Nivometrica del Mennella della prima metà del 1900, fino al 1963.
In Italia, solitamente le stazioni più piovose si presentano molto poco nevose (e viceversa), perché i venti nevosi, spesso, provengono dai quadranti opposti a quelli piovosi. Le stazioni di Orto di Donna e Campagrina in Toscana, infatti, sono risultate assolutamente irrilevanti dall’analisi nivometrica del Mennella data la bassissima nevosità. L’eccezzionalità della stazione del monte Vergine in Campania è che oltre a essere tra le più piovose d’Italia è risultata anche tra le più nevose. Dai dati del Mennella è risultato che le stazioni del Medio adriatico sono più nevose rispetto alle stazioni alpine a pari altitudine. Nei dati che illustreremo sotto verranno confrontati i dati nivometrici del Montevergine e dell’ Irpinia con quelli delle stazioni nivometriche più nevose d’Italia a pari altitudine.
Stazioni collinari Stazioni di bassa montagna
Roccamonfina (600m Campania): 125cm annui Frigento (900m Campania): 153cm annui
Silandro (800m Alpi): 54cm annui Vipiteno (900m Alpi): 96 cm annui
Camerino (700m Marche): 123cm annui Montecoronaro (900m Marche):122cm
STAZIONI OLTRE i 1000m
Montevergine (1200m Campania): 312cm annui, fino a valori di oltre 7 METRI nel 1895, di 316cm nel solo febbraio 1956 e di 250 cm nel solo marzo 1956
Casteldelfino (1300m Alpi): 301cm
Boscolungo (1350m Appennino Settentrionale): 307cm
Roccaramanico (Abruzzo): 320cm
Barginazzo (1224 cm Versante Padano dell’Appennino): 306cm
Si nota come LE STAZIONI CAMPANE CONSIDERATE TENGANO BANCO (ANZI SUPERANO) A TUTTE LE ALTRE DEI COMPARTI PIU’ NEVOSI D’ITALIA A PARI ALTEZZA. Le stazioni over 300cm annui sono cmq molto rare in Italia. Il Montevergine raggiunge i 312 cm annui (fino oltre i 700cm in alcune annate esaminate) tra i più elevati d’Italia a parità di altezza, in competizione solo con Roccaramanico e Capracotta che però risulta ad un altezza più elevata. Sotto riportiamo i dati di altre stazioni nevose italiche e si nota come Cortina d’Ampezzo sia risultata meno nevosa del Montevergine e Campo Imperatore, nonostante sia 1000m più in alto del Montevergine è nevoso solo 10cm in più.
Campo imperatore (2125m Gran Sasso): 324cm annui
Montevergine (1200m Campania): 312cm annui
Cortina D’Ampezzo (1300m): 307cm annui
Passo del Brennero (1300m): 172cm annui
Passo Spluga (2100m): 140cm annui
Le Serre del Torrione, facenti parte dei nevosissimi Monti Mai in Calvanico(Sa)
Un cenno merita l’Appennino Calabro che presenta una nivometria elevata per la bassa latitudine in cui si trova ma, un confronto con i dati mostra che sia decisamente meno nevoso delle stazioni citate in precedenza infatti a una media del Montevergine (1200m) di 312 cm si oppone una media di Camigliatello Silano appena superiore ai 200cm (Stessa altezza del Montevergine), di Trepidò (1300m) 154cm e di Gambarie (1300m) appena superiore ai 200cm.
Il grande potenziale nevoso del Medio Adriatico è dovuto all’esposizione diretta alle correnti da Nord-Est, il grande potenziale nevoso dell’Irpinia è legato al fatto che la zona riceve consistenti accumuli nevosi sia con correnti di Bora che con Rodanate al punto da presentare valori nivometrici tra i più elevati d’Italia( in ottima competizione solo col medio adriatico). Se si pensa che i nevosi Monti Mai, il Matese e i Monti del Terminio siano ben più alti del Montevergine si capirà l’eccezionale potenziale nevoso (oltre che pluviometrico) di queste zone montuose campane. Il Vesuvio e i Monti Lattari presentano una nivometria DECISAMENTE più bassa perche gli stessi monti Irpini li proteggono dai nevosi venti da Nord-Est.
I Dati e i confronti fatti in questo articolo sono stati, integralmente, presi dall’ enciclopedia: IL CLIMA D’ITALIA di Cristofaro Mennella, F.lli Conte Editori s.p.a. e sono stati tratti da un analisi PLURIDECENNALE di dati.
Calvanico(Sa) durante una forte nervicata autunnale
Pierpaolo Gaudieri
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