Didattica generale
Pillole di didattica: le perturbazioni extratropicali
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- Categoria: Didattica generale
- Pubblicato 28 Aprile 2014
- Scritto da Emanuele
In genere i cicloni che interessano le aree della Terra poste alle medie latitudini, sono si meno violenti, ma allo stesso tempo più estesi e diffusi di quelli tropicali. Ad essi è legato l'andamento generale del tempo sulle nostre regioni.
La loro formazione è dovuta all'incontro a bassa quota, tra masse di aria fredda di origine polare e masse di aria calda di origine tropicale. La loro origine ed il loro successivo sviluppo, sono connessi con perturbazioni che si verificano nell'alta Troposfera e si propagano verso i strati più bassi.
Per masse d'aria si intende una porzione d'aria estesa orizzontalente per qualche migliaio di Km, nell'ambito del quale non si registrano notevoli differenze di temperatura e di umidità. Le principali masse d'aria si organizzano nelle aree anticicloniche subtropicali o polari dove la circolazione è molto lenta e l'aria ha la capacità di assumere le caratteristiche della superficie sottostante.
Di conseguenza, ora siamo capaci di distinguere le masse di aria tropicali ( calde ) e quelle polari ( fredde ). Quando esse si allontanano dal loro nativo luogo di origine vengono modificate a seconda delle condizioni che incontrano e si possono a loro volta suddividere in marittime ( umide ) e continentali ( asciutte ).
Per comprendere proprio il comportamento dei ciconi extratropicali, bisogna sapere che quando una massa d'aria tropicale e una massa d'aria polare vengono a contatto, le loro caratteristiche restano immutate e separate da un'area di discontinuità dello spessore di qualche Km, definita anche come la superficie frontale o fronte.
La massa d'aria più fredda e allo stesso tempo densa, tende ad incunearsi sotto la più calda. Lungo la superficie frontale si forma una specie di ondulazione verso il polo, che poi da origine al centro di bassa pressione. Successivamente questa ondulazione si accentua e solleva sempre più in alto l'aria calda.
A questo punto verrà a generarsi una corrente di aria calda ascendente che attraverso la rotazione terrestre, assumerà un moto vorticoso in senso antiorario nell'emisfero Boreale e orario in quello Australe. Nel processo successivo, l'aria calda viene separata dal suolo, la velocità del vortice diminuisce e la depressione si esaurisce.
Il meccanismo è caratterizzato da diversi stadi,ciascuno dei quali presenta specifici sistemi nuvolosi che potranno poi assumere diversa forza o intensità delle precipitazioni e/o dei venti. Queste depressioni non si presentano mai isolate, ma in famiglie di 4/5 e con una vita complessiva di 6/7 giorni. Sono capaci di spostarsi da Ovest verso Est a una velocità media di 40 Km/h, pari a un migliaio di Km al giorno, proprio per questo sono chiamate grandi perturbazioni migratorie.
Poichè il fronte verso il quale convergono l'aria calda di origine tropicale e quella fredda di origine polare, detto fronte polare , nel nostro emisfero si sposta verso Nord in estate e verso Sud in inverno, con lo spostarsi della aree cicloniche e anticicloniche permanenti e stagionali, ne deriva anche che la traiettoria dei cicloni extratropicali oscilla in latitudine durante l'anno. Tutto questo che abbiamo appena spiegato ci illustra sostanzialmente, il perchè nel periodo invernale abbiamo più perturbazioni che nel periodo estivo.
Emanuele Valeri
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