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Laboratorio di Fisica,esperimento 2: Il moto parabolico di un corpo

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foto6Lo scopo: L'esperimento odierno consiste nel riuscire a calcolare la velocità iniziale di un corpo lanciato in un moto parabolico, variando l'angolo iniziale α. Il corpo,che nel nostro caso si tratta di una pallina di acciaio, verrà lanciato così su un bersaglio facente parte della strumentazione che verrà analizzata nel dettaglio poco più avanti.Oltre ad una relazione lineare e diversi valori delle gittate in relazione all’angolo, si otterrà la velocità di uscita che nel nostro caso dovrebbe essere di 3 m/s.Una volta che il corpo toccherà la carta carbone, si otterranno dei punti di caduta. La dispersione di questi ultimi sulla carta millimetrata, sarà valutata nella parte relativa ai calcoli ed alla metodologia.

Nell'esperienza è risultato fondamentale eseguire numerose prove ed avere un cospicuo numero di dati affinché si svolgano le operazioni richieste dall'esperimento.Il moto in questione, parabolico, è un moto che può essere scomposto lungo i 2 assi del piano in cui avviene (come possiamo notare nella figura )

foto1

L'equazione che regola questo moto è così definita:

foto2

In cui esplicitando t dalla legge oraria X(t)

foto3

Otteniamo la funzione che descrive la parabola del moto:

foto4

Otteniamo la funzione che descrive la parabola del moto:

foto5

foto6La strumentazione: Per questa esperienza(come potete notare nella foto ) è stato utilizzato un apparato sperimentale composto da un cannoncino elastico con angolo di lancio variabile e un bersaglio(foto) mobile sul quale posizionare un foglio di carta millimetrata e un foglio di carta copiativa in modo tale da registrare la caduta della pallina su quest’ultimo. Inoltre come strumentazione supplementare è stato utilizzato un metro per misurare la distanza dal cannoncino al bersaglio e un calibro per misurazioni più precise della distanza dei vari rilevamenti sulla carta millimetrata.

foto7

Il cannoncino aveva a disposizione 3 compressioni per la molla, quindi 3 relative forze da imprimere alla pallina e di conseguenza 3 diverse velocità. Inoltre aveva  2 indicatori per la scelta dell’angolo in ogni suo lato e 2 viti stabilizzatrici per bloccare l’apparato. Il meccanismo di lancio invece era costituito essenzialmente da una leva che entrando nella scanalatura del braccio che comprimeva la molla, bloccava il tutto.


Misure e strategia: Utilizzando l’apparato sperimentale sopra descritto, si è proceduto con il raccoglimento dei dati.

Sono state fatte 6 prove con altrettanti diversi angoli: 10⁰, 15⁰, 20⁰, 25⁰, 30⁰ e 40⁰, e per ogni angolo diverso sono stati effettuati 20 lanci. Il cannoncino presentava diverse compressioni per la molla: per questo esperimento è stato scelto il secondo “step”.
Un volta scelto l’angolo, è stata fatta molta attenzione nel posizionare l’altezza del bersaglio alla stessa altezza in cui la pallina si sarebbe trovata appena iniziato il moto parabolico, ovvero in prossimità dell’uscita del cannoncino, per evitare altri errori nella misurazione. Ulteriore fattore non meno importante è stata la misurazione della distanza tra il punto di partenza del moto (x0) e l’inizio del bersaglio, a cui andrà aggiunta, poi, per ottenere la gittata complessiva, la distanza tra l’inizio del bersaglio e il punto di impatto della pallina (misurata sulla carta millimetrata). Come si può osservare, la pallina con l’impatto crea una “nuvola” di possibili gittate, causata dalle limitazioni della strumentazione.

Discussione degli errori: Nel procedere con l’esperimento è stato possibile stimare diversi errori, sia sistematici, che casuali. Per quanto riguarda gli errori sistematici , bisogna citare innanzitutto l’accuratezza dell’angolo scelto: la scala graduata si estendeva da 0 a 90 , di 5 in 5 , quindi era impossibile avere una giusta stima dell’angolo, ad esempio tra i 30 e i 35 , per questo si è deciso di posizionare l’indicatore esattamente sulle barrette che dividevano l’intervallo; ma questo di certo non escludeva completamente la possibilità di eventuali errori, per questo possiamo parlare di un da=±

Per la gittata, invece  le misurazioni per ogni prova erano 20, spinte in ogni direzione da diversi errori casuali, come una diversa dinamica di lancio da parte degli sperimentatori; e la conseguente media tra le diverse misurazioni, è stato calcolato l’errore sulla gittata attraverso la deviazione standard, ovvero una stima dell’incertezza media delle misure. Quest’incertezza è stata calcolata attraverso la seguente formula:

foto8

Successivamente è stata fatta la deviazione standard sulla media:

foto9

 

In cui N rappresenta il numero di misure e foto10 gli scarti quadratici, ovvero di quanto differisce ogni misurazione dalla media, elevato al quadrato.
Riguardo la misura dell’angolo, bisogna menzionare la propagazione degli errori su sin2α , rispetto a Da . Quest’ultima è stata misurata attraverso l’equazione:

foto11

Riportati di seguito, nella prima tabella, i risultati sperimentali delle misurazioni, errori e relative propagazioni:

foto12

Grazie a questi dati è stato possibile elaborare il grafico della retta che interpola i dati nel migliore dei modi:

foto13

 Tutto ciò è stato calcolato attraverso la tecnica dei minimi quadrati, per la quale, per una serie di dati, che dovrebbero adattarsi ad una retta del tipo Y = AX + B , esistono delle relazioni affinché questa retta sia la migliore possibile che interpola i dati a disposizione.

In questo caso il valore dell’intercetta, ovvero il valore di A è uguale a 0, quindi ci si può limitare al calcolo della costante B, cioè al valore del coefficiente angolare, attraverso la formula:

foto14

Che diventano:

foto15

Per questo calcolo è stata elaborata una seconda tabella per facilitare i calcoli:

foto16

Di seguito sono riportati quelli numerici

foto17

Per quanto riguarda il relativo errore, è possibile calcolarlo con la seguente formula:

foto18

Dalla quale: 

foto19

Con i dati contenuti in questa tabella

foto20

è stato possibile eseguire i calcoli e trovare il valore di

foto23

foto22

Questo però rappresenta, l’incertezza su  foto24 , e non su V , per questo,bisogna usare le formule della propagazione degli errori.
E si agirà algebricamente di conseguenza:

foto25

Quindi

foto26

foto27

Infine l'errore su v , numericamente, viene così calcolato:

foto28

Pertanto

foto29

Per quanto riguarda l’approccio statistico all’esperimento, a proposito di  a=35°  sono stati effettuati 135 lanci, affinchè fosse stato possibile elaborare un'istogramma e una relativa curva di gauss. Di seguito la tabella che mostra gli intervalli della classe e la relativa frequenza:

foto30

foto31

ConclusioniLo scopo dell'esperimento era pertanto quello di calcolare in base ai dati raccolti il valore della velocità iniziale e di “confermare” la legge del moto parabolico di un corpo. Dati gli errori citati prima, la calcolata era di 2.97 m/s, a fronte del valore previsto inizializzato dello strumento pari a 3 m/s. Questo errore del 6.55%, è dovuto alla viscosità dell’aria che era stata posta trascurabile, eventuali spostamenti d’aria nelle vicinanze dell’area dell’esercitazione ed eventuali differenze di dinamica del lancio. La velocità ottenuta dai calcoli con l’esperimento è quindi pienamente comparabile con quella che è la spinta data dal cannoncino idealmente.

Si ricorda che l'esperimento è stato svolto in sede del Laboratorio di Fisica appartenente all'Università di Tor Vergata - Sezione INFN

Gli alunni 

Elio Alunno Camelia

Sebastiano Sgaramella

Brando Trionfera

Brando Trionfera new mpi end









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