Didattica circolazione atmosferica
Le leggi che regolano i moti atmosferici
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- Categoria: Didattica circolazione atmosferica
- Pubblicato 05 Aprile 2014
- Scritto da Emanuele
Per cercare di capire le leggi che regolano i moti atmosferici è necessario conoscere alcuni principi della dinamica dei fluidi. uno di questi è proprio il seguente che afferma:
Se tra due punti posti su un medesimo piano orizzontale esiste una differenza di pressione, tra di essi si genera una forza che spinge il fluido dal punto a pressione più alta a quello a pressione più bassa.
Questa forza è direttamente proporzionale al gradiente barico ed è parallela ad essa.
Formula: Gb = Pa-Pb/d.
Tuttavia, se analizziamo le carte bariche a latitudini che non sono equatoriali, osserviamo che questo concetto molto teorico che abbiamo appena accennato non viene mai rispettato , infatti considerando un centro di bassa pressione si può notare che i venti girano attorno al minimo depressionario con direzione parallela alle isobare, mentre il gradiente barico risulta trasversale.
Tutto questo è causato da una forza deviante, indotta dalla rotazione della terra intorno al proprio asse ed è definita come accelerazione di CORIOLIS.
D= 2 x V x p x w x sen omega
V= velocità della particella d'aria
p= densità dell'aria
w= velocità angolare costante della terra
omega= latitudine.
L'accelerazione di CORIOLIS agisce su tutti i corpi in modo libero, ed interagisce con i moti atmosferici su larga scala, condizionando così l'evoluzione delle condizioni meteorologiche.
Una volta generata una differenza di pressione orizzontale, l'aria si muove in direzione del gradiente barico, ma al crescere della velocità il flusso generato subisce sempre più l'effetto dell'accelerazione di Coriolis, creando così degli spostamenti a seconda della latitudine e della direzione.
Dopo un tot di tempo, la forza di gradiente e quella deviante si equilibrano, assumendo una condizione di stabilità. In queste condizioni di forza stazionaria e attrito nullo , lo spostamento lungo il gradiente avviene aa velocità costante.
Proporzionale al valore del gradiente diretta lungo le isobare:
Vg= 2 x p x w x 2 sen omega.
Se la curvatura delle isobare, non è trascurabile, come nei centri di bassa pressione, nell'analisi della circolazione bisogna tener conto di un altro fattore...la forza centripeta.
Diciamo che nello studio delle dinamiche atmosferiche, nelle zone non prossime all'equatore, considerando l'attrito sempre nullo, si nota come il moto delle grandi masse d'aria rispecchia quasi completamente lo schema delle forze in equilibrio geostrofico.
Detto questo, possiamo affermare che dai 700 metri di altezza in su, il vento soffia lungo le isobare del campo di pressione al suolo, con velocità uguale a quella geostrofica, che sappiamo essere proporzionale al valore del gradiente barico.
In realtà ciò che fa discostare il modello di circolazione teorico dal comportamento effettivo delle correnti è l'attrito. Nei bassi strati atmosferici, anche in presenza di terreni accidentati, i venti scorrono in modo trasversale alle isobare e così anche l'intensità effettiva del vento ne risente e può scendere a valori corrispondenti a 1/3 del valore geostrofico.
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