Monitoraggio eventi meteo
Stati Uniti e VORTICE POLARE, un binomio quasi perfetto?
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- Pubblicato 19 Novembre 2014
- Scritto da Rinaldo Cilli
La stagione invernale 2013-2014 verrà sicuramente ricordata negli anni a venire come una delle più gelide e nevose sugli Stati Uniti negli ultimi 80-100 anni. Ce ne sono state ovviamente delle peggiori sia in termini di intensità che di durata, ma quella dello scorso anno rientra a pieno regime in questa interessante e particolare "classifica".
Anche sulle pagine del nostro Portale abbiamo più volte sottolineato le dinamiche che hanno scatenato questo evento di rilevante entità, anche in considerazione che la fase gelida e nevosa ebbe inizio, guarda caso, durante il mese di Novembre. Durò poi almeno fino a Febbraio e riservò proprio nella seconda parte dell'inverno la fase più cruda in termini nevosi e, ovviamente, anche termici.
Questo tipo di configurazione praticamente persistente per oltre 90 giorni è stata in primis determinata da una figura di alta pressione in posizione semi-stazionaria tra la parte occidentale degli Stati Uniti e l'Alaska, ove hanno prevalso per l'intero trimestre freddo anomalie termiche positive davvero molto, molto importanti.
Sul bordo orientale di tale figura anticiclonica hanno affluito gelide correnti di origine artica collegate all'azione del lobo canadese del Vortice Polare, che a ripetizione ha invaso con tutta la propria veemenza i settori settentrionali, centrali ed orientali del territorio americano, spingendosi saltuariamente fin verso il comparto meridionale sfiorando anche il centro-nord della California.
E' stato per oltre due-tre mesi uno schema sinottico quasi perfetto; le masse gelide in discesa dal Canada verso sud erano accompagnate da venti furiosi che davano alle nevicate le classiche sembianze di tempesta o bufera, i valori termici crollavano e i termometri raggiungevano in moltissime località del Midwest i -45/-50°C (ricorderete anche il momento in cui ghiacciarono anche le cascate del Niagara). Insomma, una situazione sinottica bloccata per settimane e settimane.
Questa è stata anche la causa primaria del "non inverno" sul Continente europeo o, per meglio dire, la causa della mancanza di freddo su gran parte dell'Europa. Il vortice polare infatti si è mantenuto inclinato per gran parte della stagione con asse Canada-Siberia ed era praticamente impossibile un meccanismo che potesse spingere le masse d'aria fredda fin verso l'Europa.
E anzi, il "Polar Vortex" altro non faceva che alimentare il getto polare in uscita dagli States, con conseguente sviluppo di profondi sistemi depressionari che impedivano all'anticiclone delle Azzorre di ergersi a blocco contro le umide correnti oceaniche. Poi, spostandosi verso est/sud-est, gli stessi portavano forti piogge su gran parte dell'Europa occidentale e meridionale.
Novembre 2014 è iniziato, in tal senso, esattamente come lo scorso anno; affondo gelido sugli USA centro-orientali e tempeste di neve che hanno investito anche la East Coast. Neve a New York, 6 vittime a causa delle rigide temperature, oltre 100 cm di accumulo nevoso in Ohio, con case e autovetture completamente sommerse dalla neve. Tutto coadiuvato da un vortice di bassa pressione di 950 hPa centrato sul Quebec orientale, che ha permesso alle gelide masse d'aria polari di invadere i territori più meridionali portando una sfuriata invernale davvero importante.
Sarà il preludio ad un nuovo inverno glaciale? Probabilmente no... Mi spiego meglio: osservando le proiezioni modellistiche per i prossimi giorni si nota l'affondo di almeno altri due impulsi gelidi verso gli USA centro-orientali fino al 25 novembre. Anch'essi pilotati dalla presenza, sul Canada orientale, di ub lobo del vortice polare semi-stazionario su questi territori. Si evince però anche l'assenza del blocco anticiclonico persistente tra l'Alaska e gli Stati Uniti occidentali, ove invece figura la presenza di numerosi sistemi ciclonici.
Era infatti previsto il graduale riassorbimento di quell'anomalia positiva sul Pacifico, responsabile della situazione "bloccata" di cui abbiamo parlato nei paragrafi precedenti. Ciò significa dunque una probabile, minor ingerenza nord-atlantica sul comparto europeo, raffreddamenti più sensibili sui versanti orientali tra Russia e Siberia ed occasioni nevosi assai più frequenti anche sul vecchio Continente, la scorsa stagione rimasto completamente a secco...
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