Analisi Tropo-Stratosferica
STRATWARMING: maggiori evidenze alla 70 e 100 hPa ma solo sul COMPARTO AMERICANO. SENZA WAVE 2 inevitabile la PREVALENZA del FLUSSO ZONALE
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- Categoria: Analisi Tropo-Stratosferica
- Pubblicato 18 Gennaio 2013
- Scritto da Luciano Serangeli
Immaginate di essere in riva al mare e di tirare su un castello di sabbia. Ogni volta che l'onda di risacca raggiunge la vostra costruzione la butta giù.
Questo è ciò che accade alla Wave 2 ( anticiclone di blocco atlantico ), ogni volta che tenta di ergersi verso latitudini settentrionali e viene abbattuta dal potente Flusso Zonale Atlantico, costituito dal Getto Polare in uscita dal Nord America.
Troppo debole la struttura di sabbia per reggere all'onda di risacca, troppo debole a livello geopotenziale e termico l'attuale Wave 2 per reggere all'impetuoso impatto con un potente Flusso Zonale.
Il problema non è di natura stratosferica ma di natura troposferica.
Per quanto ci affanniamo a testimoniare la magnificenza di una storica scaldata in Stratosfera, che come conseguenza ha prodotto il repentino crollo del NAM su valori estremamente negativi, ideali per destabilizzare il Vortice Polare Troposferico e favorire POTENZIALI e micidiali MOTI RETROGRADI fino in sede mediterranea, tutto resta virtuale sulla carta delle ipotesi previsionali, se la Troposfera stessa non ha la giusta configurazione per tradurre in micidiali realtà i fortissimi condizionamenti che le offre su un piatto d'argento la Stratosfera.
Ribadiamo infatti, se ancora fosse necessario farlo, che mentre in Stratosfera le dinamiche atmosferiche, vista la notevole distanza dal suolo, si svolgono libere da ostacoli di carattere orografico, continentale e oceanico, la Troposfera plasma la sua struttura proprio su tali fattori e la modella ulteriormente in base a quelli che sono i cicli climatici indotti da fenomeni atmosferici a scala globale quali, di volta in volta o stagionalmente, l'Enso (El Niño-Southern Oscillation), la MJO (Madden–Julian oscillation), l'ITCZ (Intertropical Convergence Zone) etc.
In definitiva, ricollegandoci in maniera molto semplicistica, affinchè venga compreso anche da chi non ha dimestichezza con la meteorologia, al concetto di Coupling ( accoppiamento dinamico tra Troposfera e Stratosfera leggi qui ), la Troposfera è una realtà caotica e veloce le cui dinamiche vengono trasferite in Stratosfera, realtà assai meno caotica e dai ritmi molto più lenti, che dopo aver rimodulato tali dinamiche le restituisce alla Troposfera nelle forme e nei modi che la Troposfera stessa decide di accogliere.
Ed è proprio qui che sta il punto: " nelle forme e nei modi che la Troposfera decide di accogliere ".
E' la Troposfera a comandare entrambe le fasi di Forcing ( forzatura leggi qui ).
- Il Forcing Troposferico, fase iniziale in cui la Troposfera trasmette le proprie dinamiche alla Stratosfera.
- Il Forcing Stratosferico, fase finale in cui la Stratosfera "TENTA" di trasmettere le proprie dinamiche alla Troposfera.
Per cui:
Per quanto bella e lucida sia la nostra chiave ( Stratosfera ), si rivelerà inutile tentare di infilarla in una serratura che non corrisponde ( Troposfera ), come inutile sarebbe tentare di entrare in una porta girevole nel momento sbagliato.
Risultato: non si entra.
Terminiamo questo lungo discorso introduttivo e veniamo al dunque.
Come enunciato in quanto scritto finora, mentre le potenti dinamiche di disturbo stratosferico in atto ci stanno consegnando una serie di impressionanti dati da record al riguardo, la Troposfera non ha certo interrotto la sua normale vita evolutiva e di conseguenza esistono allo stato attuale configurazioni atmosferiche proprie, determinate come abbiamo appena letto da una molteplicità di fattori interni alla stessa porzione dell'atmosfera.
L'assenza più evidente, come già detto più volte, riguarda quella di una Wave 2 discretamente organizzata sia in senso geopotenziale che in senso termico.
Nonostante il potenziale carico di gelo che la Stratosfera potrebbe consegnare alla Troposfera, grazie a un Vortice Polare disturbatissimo e frazionato in più parti, idoneo a riversarsi alle medie latitudini apportando fasi di intenso maltempo di stampo invernale, la latitanza dell'anticiclone di blocco oceanico consente che il forte Getto Polare in uscita dal Nord America non trovi un ostacolo idoneo a indirizzare il getto stesso verso le alte latitudini, per poi farlo ripiombare gelido sul comparto europeo occidentale.
D'altronde le intense scaldate presenti sia in Stratosfera che in Troposfera sul comparto aleutinico e canadese, o come nel caso attuale sul Polo Nord, sono in grado in Troposfera tramite la forte spinta propulsiva del bordo orientale dell'anticiclone che ne scaturisce, di imprimere una intensa vorticità alla contigua profonda depressione nord americana dalla quale il Getto Polare scaturisce, imprimendo forte progressione al flusso zonale.
Se alla succitata forte progressione non si oppone in Atlantico una figura di blocco coriacea e resistente, lo stesso flusso riesce sistematicamente ad abbattere il promontorio settentrionale del Blocking, lasciando la porta aperta verso l'Europa a correnti occidentali mitigate dall'oceano.
L'attuale debolezza della Wave 2 è piuttosto complessa da indagare se si considera che di questi tempi il Getto Polare, legato principalmente al Vortice Canadese ( il più meridionale dei due vortici principali generati dal Vortice Polare leggi qui) è in grado con la sua opera di pescaggio in acque subtropicali assai miti, legata alla parte meridionale della sua ondulazione ciclonica, di alimentare con sufficiente energia termica calda la base dell'Anticiclone delle Azzorre e indirizzare le correnti calde in senso meridiano dai Tropici verso il Polo.
Basta guardare l'immagine sottostante per rendersi conto dell'intensità dei venti di provenienza meridionale a 500 hPa, che dalle latitudini tropicali e subtropicali scorrono intensi verso le latitudini subpolari e alimentano con la loro energia termica calda il confinante Anticiclone delle Azzorre.
Eppure nonostante deboli e reiterate fasi positive del PNA ( Pacific North American ), favorevoli ad un aggancio in area polare tra l'Anticiclone delle Azzorre e l'Anticiclone Nord Atlantico, utile al fine di bloccare il mite flusso zonale atlantico e deviarlo alle latitudini artiche per poi farlo ridiscendere gelido in territorio europeo, tale prospettiva viene sempre vanificata dal cedimento dell'anticiclone di blocco stesso.
A poco valgono sinora le prospettive di speranza in tal senso alimentate dalle future proiezioni della MJO in fase 7, idonea ad alimentare gli scambi termici meridiani tra Equatore e Polo e favorire anomalie di geopotenziali a 500 hPa in sede artica. Finora non c'è traccia in Troposfera di tali dinamiche. Ci sarà quindi da aspettare per monitorare l'evoluzione o meno verso tali prospettive .
Differente invece il discorso relativo all'effettiva discesa in Troposfera del picco di warming verificatosi in Stratosfera, risalente ormai al 6 di gennaio scorso.
Le proiezioni termiche alla 70 e alla 100 hPa ne danno sempre maggiore testimonianza, anche se ancora lontane dal loro effettivo arrivo al suolo.
Ma vediamole insieme.
Nella mappa sottostante la situazione termica alla quota di 70 hPa, prevista per la giornata del 22 gennaio 2013.
In questa seconda mappa vediamo la sua intensificazione per la giornata del 28 di gennaio.
Passiamo ora a vedere la mappa relativa alla situazione termica alla quota di 100 hPa, prevista per la giornata del 23 gennaio 2013.
In questa seconda mappa vediamo l'intensificazione della scaldata alla 100 hPa prevista per la giornata del 28 di gennaio.
Quindi riassumendo i concetti espressi in questo articolo, bisognerà vedere come la Troposfera si disporrà configurativamente a ricevere i potenziali disturbi al suo Vortice Polare, determinabili dall'attuale criticità delle condizioni della Stratosfera e in secondo luogo, se le dinamiche interne alla Troposfera saranno in grado di organizzare una Wave 2 sufficientemente strutturata per contrastare l'attuale prevalenza di flusso atmosferico zonale e capace di traghettare nel restante periodo invernale impulsi freddi di natura artica sul nostro Mediterraneo.
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